di Bianca Maria Sezzatini
Domenica 12 febbraio 2017, alle ore 11:30 la Compagnia del dottor Bostik è in scena con “AIDA E’ SERVITA”, liberamente tratta da “Aida” di Giuseppe Verdi
su libretto di Antonio Ghislanzoni. interpreti: Dino Arru, Raffaele Arru (animatori); voci: Oliviero Pari (basso), Laura Scotti (soprano), Gabriele Marzella (pianoforte). Drammaturgia e regia di Alfonso Cipolla.
Il Dottor Bostik è una delle maggiori compagnie italiane di teatro di figura. In quasi quarant'anni di attività si è sempre caratterizzata per un costante lavoro di ricerca che andasse al di là della tradizione, per affrontare tematiche e linguaggi contemporanei.
L’avvicinamento alla musica da parte delle giovani generazioni e l’educazione all'ascolto, sono state spesso centrali in questo percorso. Ne è un esempio il fortunato allestimento di Pierino e il Lupo di Prokofiev, dal titolo “Ho visto il lupo”.
Dopo la musica strumentale, la compagnia ha deciso di misurarsi con il melodramma: un’eccellenza italiana in gran parte sconosciuta a bambini e ragazzi, date le effettive difficoltà d’approccio.
La scelta è caduta su Aida di Giuseppe Verdi, forse l’opera lirica per antonomasia, ma anche un classico del teatro di figura. Ciò permette la scoperta graduale del canto lirico: un canto che determina la caratterizzazione dei personaggi ed è specchio emotivo ed emozionale dei loro sentimenti.
L’intreccio dei linguaggi visivi e musicali si propone come un’esaltazione del gioco teatrale attraverso la sollecitazione del fantastico.
Lo spettacolo utilizza i linguaggi propri sia del moderno teatro di figura e sia del melodramma. In scena, accompagnati da un pianista, gli animatori della Compagnia e due cantanti professionisti (un basso e un soprano) che interagiscono tutti insieme con gli oggetti di scena.
Il Progetto della Compagnia Dottor Bostik
Aida è il più sontuoso kolossal teatrale mai immaginato. È l’opera lirica maggiormente impressa nell’immaginario collettivo in virtù di un’ambientazione esotica e meravigliosa che trova nella musica una forza travolgente che spalanca nel sogno.
Ma Aida non è solo il teatro “teatrale” per eccellenza, è anche un’opera di straordinaria attualità. Liberata dalle fantasmagorie di un Egitto leggendario, ricondotta in secondo piano la vicenda amorosa, emerge prorompente lo scontro tra due popoli, in guerra tra loro per differente etnia, ma entrambi portatori degli stessi profondi ideali. In Aida non esiste un “cattivo”. Esistono degli antagonisti e dei rivali. Esistono due re che difendono il loro regno e due principesse che amano il medesimo eroe.
Nessuno ha connotazioni negative, anzi ciascuno incarna aspetti di spiccata positività.
Il “male” - se così si può definire - risiede in una sorta di ferrea chiusura culturale, ed è incarnato, com'è esplicitamente dichiarato nell'opera verdiana, nell'intransigenza della casta sacerdotale: l’empia razza… di sangue assetata, come recita una delle pagine più vibranti di Aida.
Per far emergere questi temi centrali e attualissimi dell’opera - come l’amore capace di ergersi al di sopra di ogni conflitto etnico, oppure la cecità dell’intolleranza religiosa – e per non cadere nell'insidie di una facile retorica, si è pensato di ricorrere alle potenzialità proprie del moderno teatro di figura, col suo straniamento antinaturalistico e umoristico.
Per meglio definire il Progetto, la compagnia ha riunito intorno al proprio tavolo di lavoro alte competenze musicali - compositive e vocali - per approntare una rielaborazione dell’opera senza ledere né la ricchezza dell’opera verdiana né il flusso del canto lirico.
Nel contempo si sono tenute presenti alcune specifiche scelte proprie del teatro di figura che fin dal debutto di Aida nel 1872 ha inserito l’opera nei propri repertori.
Su queste solide basi è nato un gioco scenico all’insegna di una creatività talmente ludica da permettere che la memoria del capolavoro verdiano potesse addirittura prendere vita sopra un tavolo apparecchiato.
Inseguendo le seduzioni della musica e canto (rigorosamente dal vivo), i vari oggetti sul tavolo si trasformeranno nei protagonisti della storia: in Aida, in Radamès, in Amneris, nel Faraone, nel Re degli Etiopi… senza tralasciare nulla, elefanti e cammelli compresi.
Un gioco quindi, ma un gioco volutamente giocato da cantanti e animatori alla ricerca della leggerezza, per guardare all’oggi con gli occhi dell’incanto e del disincanto, condotti per mano da una favola musicale senza tempo, eppure saldamente radicata nel nostro tempo.
Trama
In un ristorante tre avventori stufi d’aspettare il cameriere, che tarda a venir a prendere le ordinazioni, ingannano il tempo trastullandosi con quanto trovano sul tavolo. Assemblando forchette, bicchieri, bottiglie e quant'altro nascono dei personaggi: sono quelli che servono per raccontare la storia di Aida.
Aida è una principessa etiope, resa schiava dagli Egiziani. Ama, ricambiata, Radamès, comandante dell’esercito egizio, che è a sua volta amato, ma invano, dalla figlia del faraone, la principessa Amneris. Amneris intuisce la situazione ed è gelosissima di Aida.
Nel frattempo l’esercito etiope, guidato dal re Amonasro, padre di Aida, marcia su Tebe. Radamès è scelto come comandante supremo per respingere un attacco. Gli Egiziani vincono, e quale premio il faraone concede a Radamès la mano di sua figlia Amneris.
Sulle rive del Nilo Aida, combattuta tra l’amore per Radamès e quello per il suo popolo, deve incontrarsi segretamente con l’amato, forse per fuggire con lui, ma inaspettatamente sopraggiunge Amonasro che obbliga la figlia a carpire a Radamès un segreto prezioso per le future sorti della guerra. Aida riesce nell’intento. Radamès ha appena il tempo di avvedersi della gravità di quanto ha rivelato che irrompono Amneris e i sacerdoti. Aida e Amonasro fuggono, Radamès conscio del tradimento si consegna alla giustizia.
Al processo a nulla valgono le invocazioni di clemenza di Amneris ancora innamorata: l’intransigenza dei sacerdoti condannerà Radamès ad essere murato vivo nelle cripte del tempio.
N.B. L’opera di Verdi finisce con Aida e Radamès che attendono insieme la morte; la versione proposta segue invece la tradizione propria del teatro di figura storico che opta per un finale salvifico e festoso.
Compagnia Il Dottor Bostik
La compagnia Il Dottor Bostik è oggi una delle poche formazioni italiane che percorrono con coraggio e successo un cammino d'avanguardia nel "teatro degli oggetti". E’ nata a Torino da un'esperienza di animazione teatrale con i burattini, condotta nelle scuole della città fin dal 1979. Oggi si presenta con uno stile personale e raffinato che si identifica nel particolare rapporto che negli allestimenti intercorre tra attore e oggetto animato. La sua poetica si caratterizza con l'animazione 'a vista', la comunicazione affidata principalmente al linguaggio visivo, l'interesse e lo studio delle avanguardie artistiche del '900, lo specifico interesse ai temi della vita quotidiana e al rapporto tra l'uomo e l'ambiente.
Dino Arru, fondatore, burattinaio, regista e anima della compagnia ha ricevuto importanti riconoscimenti alla carriera marionettistica: nel luglio 2003 al Festival Arrivanodalmare! di Cervia, la Sirena d'oro, nel giugno 2005 al Festival La Luna è Azzurra di San Miniato, la Luna d'argento. Con i suoi spettacoli è stato invitato per ben due volte a rappresentare l'Italia a Festival Mondiali di Teatro di Figura come unica compagnia italiana: nel 2004 con lo spettacolo Acqua al Festival Mondiale UNIMA a Rijeka, nel 2008 con lo spettacolo Tentazioni. Omaggio a H. Bosch al Festival Mondiale di Praga. Con i suoi spettacoli ha effettuato tounées in tutta Europa e nel 2010 anche in Centro America.
Oliviero Pari, basso.
Laureatasi in Canto con i massimo dei voti presso il Conservatorio di Novara, ha seguito seminari e masterclass di con Luciana Serra, Claudio Desderi, Vittoria Licari, Bonaldo Giaiotti, Neville Tranter (canto e teatro di figura). Si specializza in repertorio barocco e cameristico francese con Lena Lootens presso il Koninklijk Conservatorium di Brussels, nel repertorio belcantistico e verdiano con Nadia Petrenko.
In qualità di cantante ha debuttato a Chieti in La Serva Padrona di Pergolesi. Ha interpretato il ruolo di Don Basilio nel Barbiere di Siviglia di Rossini presso il Teatro Coccia di Novara (adattamento di Alfonso Cipolla). Ha vinto il concorso ”Opera Bazar” ottenendo il ruolo di coprotagonista nell’opera Arlecchino finto morto di Aldo Tarabella, con debutti a Lucca e al Teatro Comunale "Pavarotti" di Modena. Inoltre ha interpretato Samuel nel verdiano Un Ballo in Maschera a Lecco, Leporello in Don Giovanni a Milano e Arne nell'opera Il denaro del Signor Arne di G. C. Sonzogno, eseguita in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del compositore. Ha cantato anche il ruolo del Dottore in Wozzeck di Alban Berg (Milano, Accademia delle Belle Arti di Brera), Plutone nell'Euridice di Jacopo Peri (Teatro Consorziale di Budrio, Bologna) e Zuniga in Carmen (Ivrea).
Come concertista affronta diversi repertori del novecento (A.Pärt, A.Webern, A.Berg, F.Poulenc) ma approfondisce il genere sacro barocco (in particolare Bach) e mozartiano esibendosi in San Marco a Venezia, Santa Maria Trastevere a Roma, San Lorenzo a Mantova, Alessandria, Verona, Rovereto, Brescia, Novara, Varese, Vercelli, Verbania, Biella, Milano… Nel corso del 2006 interpreta inoltre il ruolo di Gesù nella Passione di A. Pärt. Ha cantato in Vaticano come solista nell’Oratorio di Pasqua e nella Cantata 42 (Am Abend aber desselbigen Sabbats) di Bach, trasmesso da Radio Vaticana. Sempre come solista nell’ambito del repertorio sacro ha interpretato la Passione secondo Matteo di Bach, la Passione secondo Giovanni di A. Scarlatti, Requiem, Vesperae Solennes de Confessore e le messe KV49, KV194, KV427 di Mozart; Membra Jesu Nostri di Buxtehude, Theresienmesse, Nelsonmesse e Salve Regina di Haydn.
Laura Scotti, soprano lirico
Laureatasi in Canto con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Novara sotto la guida di Silvana Manga, ha seguito seminari e masterclass con Fiorenza Cossotto, Marinella Meli, Jean-Pier Faber, Gertrud Ottenthal, Vittoria Licari, Cristina Miatello e Neville Tranter (canto e teatro di figura).
In qualità di cantante ha debuttato nel 2004 in Bastiano e Bastiana di W. A. Mozart a Luino (Va). Nel 2009, in occasione del bicentenario della morte di Franz Joseph Haydn, ha debuttato il ruolo di Angelica nell’Orlando Paladino presso Casa Paganini di Genova e l'Auditorium di Milano. Ha interpretato inoltre il ruolo del primo genietto ne Il flauto magico di W. A. Mozart presso la Sala Verdi di Milano, il ruolo di Colombina ne L'arlecchinata di A. Salieri e di Madelon, ne Le preziose ridicole di F. Lattuada, entrambe per la regia di Alfonso Cipolla. Nel 2012 debutta il ruolo di Annina ne La Traviata di Verdi a Pavia.
Dal 2010 è membro stabile della Chorakademie der Tiroler Festspiele diretta dal m° Gustav Kuhn. Ha partecipato al Festival “Delirium” di Salisburgo nel 2010 e 2011, al Festspiele Südtirol di Dobbiaco nel 2011-2012 e alle produzioni dal 2010 a oggi del Tiroler Festspiele a Erl (Austria), prendendo parte come solista alla Missa ad venerationem artium et vitam di Paul Engel e debuttando il ruolo di Zweite Blumenmädchen nel Parsifal di R. Wagner e il ruolo di Anna nel Nabucco di Verdi. È stata inoltre protagonista del Gulliver di Bruno Moretti allestito dalla compagnia Controluce Teatro d’Ombre.
La recensione di Maura Sesia de "La Repubblica - Torino"
Curiosa operazione e sfiziosa operina, Aida è servita [...] piccini e adulti hanno gradito questa follia lirica scritta e diretta da Alfonso Cipolla. Un assaggio di melodramma, adatto ai digiuni e sfizioso per i conoscitori [...]
La malia di questo melodrammino sta nella chiave di lettura del tutto originale: [...] personaggi dell’opera, realizzati con oggetti d’uso comune e soprattutto di cucina [...] una speciale tipologia di pupazzi, agglomerati di caffettiere, beccucci, bicchieri, bidoni, apribottiglie, bollitori, posate, fantasiosi pasticci.
Compaiono anche gli animali, i cammelli e gli elefanti, rigorosamente metallici, che conquistano le prime file stipate di bambini. Così, un po’ di quel cantare strano arriva alle orecchie dei piccoli spettatori, avvinti dagli umanoidi metallici tintinnanti e il cocktail di sensazioni si deposita nel loro immaginario. Da evidenziare la piacevolezza del gioco attorale dei due cantanti, che vistosamente si divertono a interagire e a manipolare i loro lucenti, minuti e preziosi compagni di scena, privi di vita propria, ma forieri di mille e più storie di vita fantasticata.
Ingresso: 5 euro
Orario Biglietteria: dal martedì alla domenica dalle 10,00 alle 17,00
Informazioni e prenotazioni: tel. 06 5814176 (dal martedì alla domenica)
Teatro Villa Pamphilj - Villino Corsini
Villa Doria Pamphilj Via di San Pancrazio 10 - P.zza S. Pancrazio 9/a
Arrivare a teatro: BUS 870 – 982 – 44 – 44F - (e nelle vicinanze 710 e 871) FM 3 (Roma/Viterbo) fermata Quattro Venti
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