di Bianca Maria Sezzatini
Venerdì 6 Gennaio 2017 le tradizioni canore partenopee hanno preso vita a Portici, al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, con un concerto di Posteggia classica Napoletana. L'associazione "Karma Arte Cultura Teatro" ha presentato “Il trio del sole”, con chitarra, mandolino e violino in MANDULINATA D'EPIFANIA, che ha portato gli spettatori nell'atmosfera della Napoli che fu: da "Tu si na cosa grande" a "Tarantelluccia", da "'O surdato nnammurato" a "Anema e core", passando per "Guapparia" e tante altre fra le più belle canzoni classiche napoletane. Una serata speciale, estremamente particolare e romantica, conclusa con un viaggio tra i sapori di questa stupenda terra, realizzata in una bellissima location adagiata tra il mare e il Vesuvio, con una spettacolare vista sul Golfo di Napoli, in cui è ospitato uno dei più importanti complessi di archeologia industriale italiana: il Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive, fondato da Ferdinando II di Borbone nel 1840.
Venerdì 6 Gennaio 2017 le tradizioni canore partenopee hanno preso vita a Portici, al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, con un concerto di Posteggia classica Napoletana. L'associazione "Karma Arte Cultura Teatro" ha presentato “Il trio del sole”, con chitarra, mandolino e violino in MANDULINATA D'EPIFANIA, che ha portato gli spettatori nell'atmosfera della Napoli che fu: da "Tu si na cosa grande" a "Tarantelluccia", da "'O surdato nnammurato" a "Anema e core", passando per "Guapparia" e tante altre fra le più belle canzoni classiche napoletane. Una serata speciale, estremamente particolare e romantica, conclusa con un viaggio tra i sapori di questa stupenda terra, realizzata in una bellissima location adagiata tra il mare e il Vesuvio, con una spettacolare vista sul Golfo di Napoli, in cui è ospitato uno dei più importanti complessi di archeologia industriale italiana: il Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive, fondato da Ferdinando II di Borbone nel 1840.
Una statua alta più di 4 metri, una delle più grandi realizzate in ghisa in Italia, fusa nell'Opificio nel 1852, posta nel piazzale del Complesso museale, mostra re Ferdinando II di Borbone nell'atto di indicare il luogo dove costruire le prime officine ferroviarie delle Due Sicilie e dell’intera Penisola. Un’iscrizione ricorda che lo scopo del sovrano era di svincolare lo sviluppo tecnico e industriale del Regno dall'intelligenza straniera.
NOTIZIE E CURIOSITÀ
I visitatori possono raggiungere il Museo in treno, il mezzo più comodo e veloce, ed essere accolti dalla storica pensilina in ghisa.
IL MUSEO FERROVIARIO
sede espositiva unica nel panorama nazionale per la suggestione degli ambienti e la ricchezza dei materiali conservati rappresenta uno dei più importanti musei ferroviari d’Europa. inaugurato nel 1989 è luogo simbolo della storia delle Ferrovie dello Stato Italiane. Si sviluppa su un’area di 36mila metri quadrati, di cui 14mila coperti e si articola in padiglioni e settori in cui è esposto materiale di assoluto valore. Un ponte teso tra passato e presente che congiunge idealmente la “Bayard”, il treno inaugurale della prima tratta ferroviaria Napoli-Portici del 1839 (in foto), ai sofisticati e velocissimi treni dell’Alta Velocità. Un affascinante viaggio nel tempo tra le locomotive e i treni che hanno unito l’Italia dal 1839 ai nostri giorni, in 170 anni di storia delle Ferrovie italiane.
LA COLLEZIONE DEI ROTABILI STORICI
Oltre 50 mezzi tra locomotive a vapore, locomotori elettrici, automotrici elettriche/nafta “Littorine” e le diverse tipologie di carrozze d’epoca.
I PADIGLIONI DEL MUSEO
All'interno delle imponenti architetture ottocentesche che ospitarono la prima industria ferroviaria del Paese sono esposti i rotabili storici e strumenti della ricca collezione del Museo, tra cui le più antiche locomotive a vapore.
Padiglione A
Padiglione A
Tra le Locotender esposte: la 290.319 con tender a tre assi, la prima locomotiva a entrare nel Museo; una possente 477; la 910 per treni pendolari, che poteva circolare in entrambi i sensi di marcia, con notevole risparmio di tempo; la 835, locomotiva da manovra riuscitissima al punto che ne furono costruiti 370 esemplari, battezzata affettuosamente dai ferrovieri “Cirilla”; la 740.115 (in basso a destra) una delle macchine che trasportò da Aquileia a Roma il Milite Ignoto il 29 ottobre 1921. Nel padiglione, infine, sono esposti anche i locomotori a corrente alternata trifase, veri pionieri delle prime ed importanti elettrificazioni nel Nord Italia.
Padiglioni B e C
Nel corpo di fabbrica dei padiglioni B e C, che ospitava le caldarerie e i forni, sono ora esposte carrozze e automotrici. Un esemplare importante è la carrozza 10 del Treno reale costruita dalla Fiat nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria Josè del Belgio. La carrozza, dal 1946 divenuta “Presidenziale”, è stata donata al Museo nel 1989 da Francesco Cossiga. Faceva parte degli 11 vagoni del Treno reale e si distingue per la ricchezza degli arredi interni: il salone dispone di un tavolo in mogano lungo otto metri e con ventisei posti a sedere. Il soffitto è intarsiato con lamine d’oro e medaglioni con gli stemmi delle quattro repubbliche marinare. Nel padiglione C sono in mostra altre cinque carrozze: una mista di terza classe e bagagliaio; un’antica carrozza postale a tre assi; un veicolo di servizio utilizzato per le corse di prova delle locomotive appena riparate a Pietrarsa; una vettura per il trasporto di detenuti; una carrozza Centoporte di prima, seconda e terza classe, vetture tipica delle FS che entrò in composizione in quasi tutte le categorie di treno. Seguono quattro Littorine.
Costruite in numerose unità, hanno certamente segnato la storia dei viaggi degli italiani. Fra gli altri mezzi, sono esposti la automotrice elettrica E.623 “ex Varesina” (al lato) e tre locomotori a corrente continua tra i quali la E.626, macchina “tuttofare” che ha prestato servizio su tutta la rete nazionale in testa sia a lunghi treni merci sia a treni viaggiatori, locali o diretti.
Costruite in numerose unità, hanno certamente segnato la storia dei viaggi degli italiani. Fra gli altri mezzi, sono esposti la automotrice elettrica E.623 “ex Varesina” (al lato) e tre locomotori a corrente continua tra i quali la E.626, macchina “tuttofare” che ha prestato servizio su tutta la rete nazionale in testa sia a lunghi treni merci sia a treni viaggiatori, locali o diretti.
Padiglione D
Settore delle locomotive diesel. In questo ambiente sono esposte cinque locomotive diesel. La prima è la D.342.4011, costruita da Ansaldo/Breda a trasmissione idraulica, che contribuì all’eliminazione della trazione a vapore su alcune linee. In seguito si preferì adottare la trasmissione elettrica, più adatta alle pendenze delle linee della rete secondaria FS, rappresentata a Pietrarsa dalla locomotiva D.341.1016. Completano la sezione dedicata al diesel, altre tre locomotive da manovra tra cui la 207 detta sogliola perché ridotta a una semplice, sottile cabina appoggiata su quattro piccole rotaie.
Padiglione E
Sala Cinema.
Padiglione F
Nel settore utensili delle officine sono conservati alcuni colossali macchinari e utensili delle antiche officine: la calandra, che serviva a piegare le robuste lamiere di ferro; l’alesatrice con la quale si praticavano i fori alle bielle delle locomotive; due enormi magli, un tempo alimentati a vapore e poi ad aria compressa.
Padiglione GIn questo padiglione vi era il reparto tornerie, costruito nel 1840 rappresenta l’edificio più antico del complesso. E’ noto con l’appellativo “La Cattedrale” per gli imponenti e magnifici archi a sesto acuto che gli conferiscono un aspetto suggestivo e maestoso. Accoglie numerosi modelli di treni fra cui quelli della Bayard, una delle primissime locomotive italiane, del locomotore E.432, a corrente alternata trifase dell’E.428, a corrente continua 3000 V, dotato di otto motori e con velocità massima di 130 km/h, dell’elettromotrice ALe 880, il cui prototipo fu costruito nel 1937, caratterizzato dal profilo aerodinamico della cabina anteriore e dotato, sull'altra estremità, di porta intercomunicante a soffietto per consentire il passaggio dei viaggiatori tra le rimorchiate, della D.443, il cui prototipo fu costruito nel 1966 per essere impiegato sulle linee non elettrificate in sostituzione delle ormai vetuste locomotive a vapore, del locomotore D.245, diesel-idraulico, adibito alle manovre negli scali in sostituzione delle più antiche locotender.
Nel padiglione sono esposti plastici e vari oggetti ferroviari tra i quali: il famoso plastico Trecentotreni, lungo 18 metri e largo più di 2 metri; le antiche rotaie a doppio fungo, poggianti sui dadi di pietra lavica impiegati sulle antiche ferrovie prima che venissero adottate le più moderne traversine. Sono esposti anche numerosi oggetti e macchinari provenienti da navi traghetto demolite. Tra gli altri, alcuni modelli di traghetti della flotta FS.
È questa l’esperienza che regala ai visitatori di ogni età il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Un museo diverso, aperto alla curiosità dei giovani e di tutti coloro che vedono nel treno uno strumento insostituibile per il futuro del trasporto pubblico.
COME SI RAGGIUNGE
In treno
La stazione di Ferrovie dello Stato Italiane interna al Museo è Pietrarsa - S.Giorgio a Cremano. È possibile acquistare il biglietto di viaggio su trenitalia.com, presso le biglietterie in stazione e alle self service. Per chi arriva alla stazione di Napoli Centrale, basta recarsi alla stazione sotterranea di Napoli Piazza Garibaldi, banchina della Metro linea 2 di Trenitalia. I treni che fermano al Museo sono quelli diretti a Salerno o a Torre A. Centrale/Castellammare. E' previsto uno sconto di €1,50 sul biglietto intero di ingresso al Museo per chi raggiunge in treno metropolitano il Museo di Pietrarsa.
In automobile
Per chi proviene dalla A1 Roma Napoli: uscita Napoli Centro - Via marittima direzione Portici, alla fine di Via San Giovanni a Teduccio svoltare a destra in Via Pietrarsa. Per chi proviene da Salerno, percorrendo l’autostrada A3: uscita Ercolano - Bellavista o S. Giorgio a Cremano: direzione Napoli.
In Autobus
Con i mezzi dell’ANM: da Piazza Garibaldi prendere gli autobus 254 e 256 direzione San Giorgio a Cremano; da Via Marina/Viale Amerigo Vespucci gli autobus 157, 254, 255 e 256 direzione Portici, fermata Napoli-Pietrarsa.
In taxi
Il Museo è raggiungibile anche in taxi direttamente dalla stazione Centrale, dall'aeroporto e dai principali alberghi cittadini.
La tariffa prevista è quella in vigore nel Comune di Napoli, essendo il sito museale ubicato nel territorio del Comune di Napoli, e secondo quanto indicato dal tassametro. Per maggiori informazioni si può consultare il sito dedicato del Comune di Napoli.
Per i visitatori diversamente abili o con mobilità ridotta
Il Museo predispone di un accesso facilitato per tutti i visitatori diversamente abili o con mobilità ridotta. Per accedere al sito museale si prega di telefonare preventivamente al numero 081-472003 (opzione 1 o 2), per prenotare l’ingresso dedicato dal cancello carrabile, con attraversamento a raso, a cura del personale di stazione.
Traversa Pietrarsa
Portici (NA)
Responsabile: Oreste Orvitti
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