Fino a domenica 22 febbraio 2015, al Teatro Arvalia, in Via Ennio Quirino Majorana n°139 (Zona Marconi-Portuense) è in scena “IL GIUOCO DELLE PARTI”, un classico di Luigi Pirandello rivisto attraverso la geniale ottica del regista e interprete Corrado Scalia. Con lui sul palcoscenico: Eleonora Manara, Stefano Santini, Filippo Bubbico e Alberto Mario Chierici.
Gli attori non solo interpretano le parti loro assegnate dal copione ma vivono la stessa situazione nella realtà...e allora la vendetta del marito tradito potrebbe non essere più finzione.
Note di regia:
Note di regia:
“La realtà e quello che vede la maggioranza” (J. Luis Borges)
Nel teatro in generale, e in quello di Pirandello in particolare, finzione e realtà si mescolano al punto tale che nulla è più vero della finzione… Tutto ciò che avviene durante l’azione teatrale è realtà, tutto quel che la circonda è solido, reale, esiste in quanto tale. In quel momento è realtà poiché lì la rappresenta. Ma se le parti che gli attori sostengono nella commedia e che ovviamente devono essere portate in fondo così come sono state scritte dall’Autore, fossero le medesime che essi vivono oltre il palcoscenico, nella loro realtà? Se per un crudele scherzo del Destino le parti che interpretano in quella loro realtà e quelle sulla scena fossero le stesse?
Allora “Il giuoco delle parti” potrebbe anche divenire “Le parti in giuoco” Del resto il giuoco è una cosa serissima, spesso drammatica, a volte tragica. Siamo noi a dar vita alla commedia; essa è dentro di noi… Ma noi conosciamo tutto della commedia, quella sulla scena: il suo svolgimento, il suo epilogo. E’ tutto scritto lì, sul copione. Basta leggerlo. E non potrà cambiare mai, resterà così per sempre: come l’ha voluta il suo Autore. Nessuno, però, può conoscere l’epilogo dell’ “altra” commedia: quella che gli interpreti hanno dentro di sé, nella loro realtà. E che sono costretti a rappresentare in palcoscenico in parallelo con quella già scritta…
Orario spettacoli: ore 21:00; Domenica, ore 18:00
Biglietto: 14 euro + 2 euro di tessera.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 06 552.840.44
TEATRO ARVALIA
Via Ennio Quirino Majorana, 139
Direttore Artistico: Emanuele Faina
di Luigi Pirandello
Leone ha risolto il gioco dell'esistenza facendo il vuoto di sentimenti e passioni dentro di sé ma, poiché bisogna pur dare un fondamento alla propria vita, un qualunque significato che giustifichi il fatto stesso di vivere, si è assunto la veste di filosofo intrattenendosi in discussioni dottrinali con il suo cameriere Filippo, che non a caso è chiamatoSocrate. Un altro espediente, un giocattolo che Leone ha trovato per colorire il tempo della sua vita, è la passione per l'arte culinaria.
Silia non sopporta più la continua derisione razionale del marito che «...guarda e capisce tutto punto per punto, ogni mossa, ogni gesto, facendoti prevedere con lo sguardo l'atto che or ora farai così che tu, sapendolo, non provi più nessun gusto a farlo». Questo continuo esser messa sotto il microscopio della ragione fa desiderare a Silia la morte del marito. Chiede quindi all'amante di ucciderlo, ma Guido si rifiuta.
Ma il caso mette a disposizione di Silia un'occasione per realizzare il suo scopo: nel suo stesso palazzo abita una prostituta di alto bordo, una certa Pepita di originespagnola ed accade che una compagnia di gaudenti ubriachi scambino la casa di Silia per quella di Pepita e, nonostante le rimostranze della donna, pretendono di avere quello per cui sono venuti.
Silia in un primo momento si risente, offesa dal loro comportamento, ma poi pensa di usarli per il suo progetto di uccisione del marito. Manda la sua cameriera a chiamare i vicini, per renderli testimoni della grave offesa ricevuta e, nonostante che i signori ubriachi alla fine chiedano scusa, si mostra irremovibile nel pretendere una riparazione per il suo onore macchiato che dovrà esser lavato dal marito con un duello.
Leone riconosce, in apparenza, le buone ragioni apportate da Silia e dal suo amante, ma in realtà ha ben compreso il loro piano. Accetterà di sfidare formalmente, appunto come marito pro forma, l'offensore della moglie, il celebre spadaccino, il marchesino Miglioriti, ma poi chi si dovrà battere realmente con questi dovrà essere Venanzi, poiché è lui che in realtà è il marito effettivo di sua moglie.
Ognuno dovrà fare la sua parte e quella di Venanzi sarà di essere ucciso nel duello all'ultimo sangue.
Leone, amareggiato dall'accaduto, non trarrà soddisfazione dalla sua vendetta, così ben congegnata razionalmente, perché alla fine sono i sentimenti che prevalgono e quella della ragione, sostiene Pirandello, è sempre una vittoria illusoria da cui si esce sconfitti.
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