di Bianca Maria Sezzatini
Nel rovistare nel cassetto dove sono solita riporre foto e ritagli di giornale la mia attenzione viene attratta da una cartolina, una cartolina speciale, una cartolina “da collezione” che raffigura l’architetto Cesare Esposito vicino alla sua opera con cui, ancora giovanissimo, nel 1973/1974, vinse il concorso pubblico indetto dal Comune per i monumenti a Roma per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Una scultura in acciaio inox con più basi e moduli in cemento armato, alta 12 metri, pesante 600 chilogrammi, orientata con i suoi elementi tubolari e cubi aperti in direzione delle Fosse Ardeatine, di Porta San Paolo e della Montagnola, tre luoghi emblematici della Resistenza romana.
Anche lo scorso anno, in Largo delle Sette Chiese, davanti al monumento realizzato dall'architetto Cesare Esposito, in omaggio alle Donne, alla Pace e alla Resistenza, la nostra Città si è animata con canti, poesie e musiche popolari.
In una intervista all’AdnKronos Esposito, nel ringraziare il Comune di Roma e il Presidente del VIII Municipio per il sostegno all’iniziativa, disse: “Vive in me il desiderio di ricordare le Donne che difesero la città di Roma e la Patria nel luogo dove sorge il monumento alla Resistenza da me realizzato. L’opera riflette come uno specchio la storia di Roma ed è orientato alle Fosse Ardeatine, a Porta San Paolo e alla Montagnola. Un avamposto culturale di speranza e di amore verso la Capitale”.
Ancora giovanissimo vince il concorso indetto dal Comune della Capitale per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Sue sono anche le sculture in acciaio Geometrie di pace e di Fumo rosso, tutt'ora presenti presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio.…La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza….Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività.
Cesare è un personaggio più unico che raro nel panorama artistico della nostra città. La sua idea è quella del dono: concepire e progettare un evento come un regalo che l’artista fa alla gente.
E lui ha una matita nella mente con cui disegna sullo spazio circostante. Fa cadere la neve. Fa diventare tutto bianco e il bianco è la sommatoria di tutti quei colori che ha in tasca. Ci fa un regalo e ci fa pensare che papa Liberio vide proprio questo la mattina seguente all'apparizione della Vergine Maria che gli diceva che sarebbe nevicato e lui tracciasse sulla neve di agosto il perimetro della chiesa da dedicarsi a Lei.
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