di Bianca Maria Sezzatini
Da giovedì 16 a domenica 19 novembre 2017, è in scena all'Ar.Ma Teatro “Ex moglie si innamora “da morire” di ex moglie”, di Betta Cianchini, con Francesca Romana Miceli Picardi.
Si tratta di una serie di 365 monologhi consacrati alla tematica del femminicidio che andranno in scena finché in Italia ci sarà anche un solo caso di donna uccisa. Quando finalmente la statistica si ridurrà a zero, lo spettacolo cesserà di esistere. Betta Cianchini, ideatrice insieme a Luciano Melchionna del celebre format teatrale “Dignità autonome di prostituzione”, ama cimentare la sua penna pungente in testi dedicati alle donne. Dopo “Post Partum” e “Dolce attesa per chi?” che hanno rivelato uno sguardo attento e sensibile alle sfumature delicate dell’essere madre, ora la sua attenzione si rivolge all’intero mondo femminile, senza distinzione di sessualità, classe, età. L’urgenza è negare il proprio silenzio-assenso alla tragica realtà del femminicidio a cui la società intera rischia di assuefarsi. Il suo impegno a scrivere i 365 monologhi, ognuno dei quali interpretato e diretto da attrici e registe diverse.
Il patrocinio dello spettacolo ha due firme d’eccezione: Digayproject (http://www.digayproject.com/), l’Associazione di Promozione Sociale presieduta da Imma Battaglia, la cui attività è nota e riconosciuta in tutta Italia e non solo; e Cooperativa Sociale BeFree (http://lnx.befreecooperativa.org/), una Associazione attiva a Roma e a Pontegaleria che lotta per tutelare tutte le donne vittime di violenza.
Il progetto inizia con Ex moglie si innamora “da morire” di ex moglie – (allegra barbarie), la storia di una donna infelicemente sposata che scopre di essere felicemente lesbica quando si innamora di un’altra donna.
La protagonista, Maria, vivrà attraverso il corpo e i gesti di Francesca Romana Miceli Picardi. Un monologo ironico e divertente, quasi un one woman show, diventa un noir. Si sorride di una etero alle prese con la scoperta del mondo femminile a lei così vicino ma che ora le sembra improvvisamente sensualmente entusiasmante. Una ex moglie si innamora di una ex moglie. Le due si incontrano, si scoprono, si piacciono e diventano una nuova coppia. Sono felici.
Ma l’ex marito di Maria non ci sta. Inizia a diventare sempre più pesante, da stalker diventa carnefice. La non accetta la felicità della sua ex.
Tanta ironia e alla fine tanto disorientamento. Perché così è la vita di tante donne uccise. Alcune di loro vivevano una vita normale. Alcune erano felici.
Note dell'autrice
L’arma bianca della parola può sconfiggere la miseria della pochezza mentale di alcuni atteggiamenti che non sembrano affatto migliorare, anzi sembrano crescere ed autoalimentarsi - spiega l'autrice.
Qual è il problema di fondo? Forse la paura di una società che deve cambiare perché ha già mutato pelle e cuore, ma non tutti sono pronti. E chi sono “quei tutti”? È per loro che bisogna “parlare e presentarsi”.
Il mondo omosessuale, percepito come “mondo a sé-stante” deve confrontarsi ed unirsi con il mondo etero e divenire un “unicum”.
Giù la pareti, quindi, giù gli schemi, i preconcetti, i “distinguo”, le appartenenze, via le paure. Se l’urgenza di parlare di una donna omosessuale è vivamente sentita da una donna etero, allora una rete “diversa che mira all’unione” è possibile.
Se l’urgenza non è più di chi subisce e non è solo di chi “sente quotidianamente la violenza psicologica” ma è l’urgenza viva e scalpitante di chi vive questa vita con la consapevolezza che la dignità deve essere appannaggio di tutte e tutti allora non ci si ritroverà di fronte ad un Progetto interessantissimo ma auto-referenziale.
Non basta più. E’ la società tutta, la società civile, noi uomini e donne che accompagniamo i bambini a scuola, che siamo mamme, non mamme, mogli, mariti, insomma noi donne e uomini etero che dobbiamo “sentire VIVA sulla nostra pelle” l’onta della vergogna per certe brutte storie di cronaca…
Not in my name, non con il mio benestare, non col mio silenzio/assenso.
Questa è l’urgenza che ha dato vita a questo testo/inchiesta.
Si parte dalla scoperta dell’omosessualità di una ex moglie per arrivare al femminicidio. Perché? Perché in Italia essere una donna lesbica non è facile, ma è ancor più difficile se la decisione è avvenuta dopo un matrimonio.
L’uomo – il maschio italiano - non solo si sente “cornuto” ma l’idea che la propria moglie se la faccia con un’altra donna ed abbia trovato la SUA FELICITA’ provoca in lui un “fastidio costante e frustrante”.
Un tarlo continuo nella mente. Ed un pensiero maligno e beffardo lo scuote costantemente. “Con una donna no. Non è nella casistica, non è nella norma del tradimento… non può essere”.
Abituarsi alla felicità è l’occupazione più sorprendente e difficile della vita"
Spettacoli e orari:
dal 16 al 19 novembre
dal giovedì al sabato, ore 21:00; domenica, ore 18:00
Biglietti:
Intero, 12€.
Ridotto, 10€.
Per informazioni e prenotazioni:
tel. 06 397.440.93
cell. 333 9329662
Mail: info@capsaservice.it
AR.MA TEATRO
via Ruggero di Lauria, 21
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