sabato 2 febbraio 2019

LA BASILICA SENZA CUPOLA

di Bianca Maria Sezzatini


Mercoledì 6 febbraio 2019, alle ore 20:45, gli “Amici della Sala Rotonda” si incontreranno per parlare del sogno di Brasini nella Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria. Conduce la serata l’ing. Adriana Elena, Membro del Consiglio Pastorale. Interverranno 
l’ing. Prof. Piergiorgio Bellagamba, Presidente dell’Associazione AMUE (Amici del Municipio Secondo” per le “Iniziative per il nostro territorio”; l’Arch. Prof.ssa Cristiana Bedoni, Docente Ordinario di Disegno dell’Architettura presso l’Università Roma Tre con “Brasini e il Progetto della Basilica”; l’Arch. Prof. Paolo Gioffreda, Docente di Storia e Regole dell’Arte Sacra presso il M.I.U.R. – C.P.I.A,  per una Lectio Descriptiva delle opere di Arte Sacra all'interno della Basilica. Ai presenti, porterà i saluti il Parroco, Padre Giuseppe Hernàndez, CMF.


PARROCCHIA “SACRO CUORE IMMACOLATO DI MARIA" - Sala Rotonda
Piazza Euclide, 34

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CURIOSITÀ E UN PO’ DI STORIA 
La costruzione della chiesa iniziò nel 1923, grazie a donazioni della comunità italiana canadese. Fu disegnata dall'architetto Armando Brasini, che le diede una pianta a croce greca inscritta in un circolo e una elaborata facciata. Nel tempo il progetto subì numerose varianti, soprattutto a causa dell'elevato costo dei materiali che indusse Brasini a semplificarne le forme. Nel 1936 la cripta fu consacrata e affidata alla congregazione dei "Missionari figli del Sacro Cuore Immacolato di Maria", anche detti Clarettiani. Nel 1951 venne terminato il tamburo, che ha sostituito la grande cupola prevista dal progetto ma mai realizzata. A fianco della chiesa fu invece edificato un ampio fabbricato multipiano, destinato agli uffici parrocchiali e ad offrire ricovero ai sacerdoti dell'ordine di S. Antonio Maria Claret.

Papa Giovanni XXIII la elevò al rango di basilica minore nel maggio 1959; nel febbraio 1965 papa Paolo VI la rese chiesa titolare col titolo di “Sacro Cuore di Maria”. La chiesa è inoltre sede parrocchiale, istituita il 10 maggio 1936 con il decreto del cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani Apostolica impulsus.

Monsignor Óscar Romero, archivescovo, martire di El Salvador, proclamato Santo il 14 ottobre 2018, vi celebrò la sua prima messa nel 1942, appena ordinato sacerdote nel campus del Collegio Pio Latino.

L'ESTERNO DELLA BASILICA
All'esterno essa presenta un ampio pronao, sorretto da colonne in travertino e sormontato da un frontone con la dedicazione della basilica. Lungo tutto il perimetro esterno della grandiosa costruzione, vi sono ben 28 colonne tuscaniche.

Le fiancate laterali e la parte esterna dell'abside sono movimentate da lesene in travertino e nicchie semicircolari vuote. Di quella che sarebbe dovuta diventare la grandiosa cupola non resta che lo zoccolo del tamburo in mattoni con quattro piccole finestre quadrate con cornici in marmo.

IL SUO INTERNO
L'interno è un misto di croce greca e di croce latina, con quattro grandi cappelle laterali ed un ampio nartece iniziale. Le cappelle, a pianta ottagonale e illuminate ognuna da una lanterna, sono dedicate a San Giuseppe (prima a destra), al santissimo Sacramento (seconda a destra), al perpetuo suffragio (prima a sinistra) e alla Madonna di Pompei (seconda a sinistra). In quest'ultima cappella sono esposti i bozzetti del Brasini delle statue dei quattro evangelisti che avrebbero dovuto ornare l'esterno della chiesa, ma che poi non furono mai realizzate. Il battistero si trova in fondo al nartece, sulla destra, ed accoglie due dipinti dell'armeno Gregorio Sciltian (1900-1985), raffiguranti San Giovanni Battista che battezza Gesù e Angeli e simbologia battesimale. L'ampia abside è introdotta dall'arco trionfale sorretto da due colonne corinzie. Al centro di essa vi è l'altare maggiore, sormontato da un mosaico che raffigura il Cuore di Maria, affiancato da due angeli marmorei a grandezza naturale. Il tabernacolo, di carattere monumentale, riproduce la facciata della basilica. Sempre all'interno si trovano gli affreschi del pittore romano Federico Morgante. Nella cripta sono esposti quadri poliscenici di Fulgenzio Martinez con la rappresentazione di diversi episodi del Nuovo Testamento.

L'ORGANO A CANNE
L'organo della Basilica è un Mascioni opus 683, costruito nel 1954 e collocato in tre nicchie nell'abside, dietro l'altare maggiore. Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha tre tastiere di 61 tasti ciascuna e una pedaliera concavo-radiale con 32 pedali. 

ARMANDO BRASINI. IL PROGETTISTA.
Brasini nasce architetto, senza mai essersi laureato in tale facoltà, a Roma nel 1879, nel quartiere romano di Tor di Nona da famiglia modesta. Dopo aver frequentato con profitto l'Istituto di Belle Arti si dedica al restauro e alla decorazione. Lo studio per lo stile teatrale della città di Roma gli favorisce la simpatia di Mussolini che gli affida alcuni lavori nelle colonie, Tripoli (Palazzo della Cassa di Risparmio, Lungomare Volpi, Monumento ai Caduti e alla Vittoria), ma anche il piano regolatore del quartiere Flaminio a Roma.

Nel 1929 è nominato Accademico d'Italia e nel 1931 partecipa alla commissione per il nuovo Piano regolatore di Roma. Sue sono la chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria a piazza Euclide, Villa Manzoni sulla via Cassia, l'ingresso monumentale del Giardino Zoologico a Villa Borghese, il Ponte Flaminio, il monumentale complesso del Buon Pastore a Bravetta, il villino realizzato per il tenore Beniamino Gigli al quartiere Parioli. Una delle sue realizzazioni più eccentriche è la cosiddetta Villa Brasini sulla Via Flaminia, nota anche come "castellaccio" per lo stile fortemente eclettico, che comprende in realtà due architetture: la Villa Flaminia verso la via Cassia e la successiva Villa Augusta (intitolata alla moglie) il cui ingresso è rivolto invece verso Ponte Milvio.

Su incarico di Mussolini realizza tra il 1928 e il 1932 il palazzo dell'INAIL in via IV Novembre a Roma[1] e dal 1930 al 1934 il Palazzo del Governo a Taranto, sulle rovine del Teatro Politeama, precedentemente demolito. Nel 1937 progetta un imponente edificio, la Mole Littoria, destinato a celebrare la Roma imperiale di Mussolini in diretta competizione con le realizzazioni di Albert Speer per la Germania nazista. Il Duce tuttavia non approva il progetto sia per gli alti costi, specie durante la realizzazione dell'E42, sia perché non più confacente alla concezione dell'architettura voluta da Mussolini in questa fase, tesa non più alla celebrazione del regime fascista ma ad «una funzione attiva nel processo educativo delle masse» (Paolo Nicoloso). Per l'E42 progetta il monumentale Istituto Forestale Arnaldo Mussolini, lavoro affidatogli d'ufficio nel 1938, con i lavori iniziati nel 1940 interrotti nel 1942 per ragioni belliche, per essere poi demolito nel 1957, nonostante Brasini avesse presentato delle varianti per salvare la costruzione.


PARROCCHIA “SACRO CUORE IMMACOLATO DI MARIA - Sala Rotonda
Piazza Euclide, 34

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