di Bianca Maria Sezzatini
Al teatro Brancaccio, si affronta per la prima volta uno spettacolo sulla
seconda generazione cinese, uno spettacolo interessante e divertente e molto
attuale. Uno straordinario *Shi Yang Shi* diretto da Cristina Pezzoli presenta “TONG MEN-G” (Porta
di Bronzo: STESSO SOGNO). Uno spettacolo sia per gli italiani che per i
cinesi nella speranza che si avvii una collaborazione sempre più importante tra
le 2 Comunità.
TONG MEN-G è il primo spettacolo prodotto in
Italia con un protagonista di origine cinese; é in doppia lingua e
rivolto ad un pubblico misto.
TONG MEN-G
racconta la storia di Yang. Yang è nato a Jinan, nel Nord della Cina, nel 1979. A 11 anni è arrivato
in Italia insieme alla madre: è stato lavapiatti, venditore ambulante di erbe e
unguenti cinesi sulle spiagge, studente bocconiano, traduttore simultaneo per
ministri, imprenditori e registi internazionali di cinema; attore di teatro, tv
e cinema, e recentemente, inviato speciale de “Le Iene”.
Yang è un cinese alto:
Come molti ragazzi di seconda generazione conosce poco sia la storia della sua “vecchia patria” che della nuova; è abitato da brandelli e macerie di identità e culture, ma obbligato a trovare nuovi equilibri e sintesi tra la cultura del luogo in cui é nato e quella di dove é cresciuto.
Sono cinese perché sono nato in Cina o italiano perché sono cresciuto in Italia?
Attraverso le vite dei suoi antenati, Yang ha fatto un viaggio alla ricerca delle sue origini e ha avuto modo di conoscere da vicino alcuni momenti della grande storia del suo paese d'origine. Grazie alle memorie raccolte direttamente dai parenti che vivono ancora in Cina, registrate e tradotte, ha preso corpo il 'Libro degli Antenati': la trisavola materna, i bisnonni paterni, il nonno materno e il padre, ne sono i protagonisti.
Le loro vite attraversano la guerra civile in Cina tra nazionalisti e comunisti, l’invasione giapponese, la rivoluzione culturale di Mao. fino ad arrivare agli anni Ottanta con la morte di Zhang Cheng – “Sincerità” – lo zio materno down che chiude la prima parte della storia.
Nella seconda parte, lo spettacolo racconta la “riprogrammazione culturale” di Yang avvenuta a partire dal 1990, quando a 11 anni arriva in Italia, insieme alla madre, mostrando le contraddizioni, le possibilità, il precario equilibrio della condizione di uomo orientale/occidentale che vive in Italia da oltre 20 anni e che dal 2006 è cittadino italiano.
L'ultimo capitolo di Tong Men-g prende inizio
da un video e da una data: 1 dicembre 2013, giorno in cui a Prato scoppia un
incendio in una fabbrica cinese e 7 operai che ci dormivano dentro, muoiono
carbonizzati.
Da anni Yang insieme ad altri artisti del Compost, realtà di produzione indipendente che ha sede a Prato, crea azioni di arte sociale che hanno l'obbiettivo di favorire il dialogo tra la comunitá cinese e quella italiana; da dicembre ad oggi, il Compost é stato coinvolto in una difficile opera di mediazione culturale tra le due comunitá e Yang spesso si è trovato e si trova a fare da interprete in situazioni reali dove il conflitto e la tensione tra italiani e cinesi sono altissimi:la trasfigurazione teatrale mette in scena una di queste situazioni con un registro tragicomico.
Italia vs Cina: Yang-Arlecchino traduttore e traditore di due padroni, a chi dà ragione? Da che parte sta? E come si esce da un conflitto che sembra non poter essere conciliato, come in ogni tragedia degna di questo nome?
Spettacolo: 22 settembre 2014, ore 21:00
Biglietti: €. 28,00
Ufficio stampa Teatro Brancaccio: Silvia
Signorelli
Ufficio
Stampa Compost: Silvia Bacci
TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244
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