venerdì 19 gennaio 2024

QUARTULLO & PAONE AL RISTORANTE PLEBISCITO


A cena con la lirica, di Bianca Maria Sezzatini


C’è grande attesa per “PACE AMORE E FANTASIA”, l’evento lirico con cena organizzato al Ristorante “PLEBISCITO”, in programma giovedì 25 gennaio 2024, alle ore 19:00. Il "concerto lirico illustrato" di brani d’opera, operetta e romanze è in interpretato dalla soprano Emanuela Quartullo e dal tenore Delfo Paone. Il duo è accompagnato al pianoforte dal M° Roberto Lorenzetti. Consulenza artistica di Giuliana Quartullo

La soprano Emanuela Quartullo e il tenore Delfo Paone canteranno:

Oh qual pallor…Un di, felice eterea”, da "Traviata", di Giuseppe Verdi: (DUETTO)

 “Parlami d’Amore Mariù”, di Cesare Andrea Bixio e Ennio Neri (TENORE)

"Il bacio", il valzer brillante composto da Luigi Arditi (SOPRANO)

"Musica Proibita", di Stanislao Gastaldon (DUETTO)

"Una voce poco fa”, dal Barbiere di Siviglia, di Gioachino Rossini

"E lucevan le stelle”, da Tosca, di Giacomo Puccini 

Je te veux", di Erik Satie (SOPRANO)

"Aranjuez", di Joaquín Rodrigo (TENORE)

"Les Chemins de l'Amour", di Francis Poulenc (SOPRANO)

"Granada", di Agustin Lara (TENORE)

"Tu che m'hai preso il cuor", da Il paese de sorriso, di Franz Lehar (DUETTO)

"BIS Brindisi (Traviata, di Giuseppe Verdi)


PACE AMORE E FANTASIA
giovedì 25 gennaio 2024 - ore 19:00
CONCERTO LIRICO ILLUSTRATO CON CENA


PER INFO E PRENOTAZIONI
mob: 328 – 099.33.19

RISTORANTE PLEBISCITO
Via del Plebiscito, 104



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CURIOSITÀ SU ALCUNI BRANI MUSICALI DEL REPERTORIO

"Parlami d'amore Mariù" è un brano musicale italiano del 1932, scritto da Ennio Neri (testo) e Cesare Andrea Bixio (musica) per la voce di Vittorio De Sica (Columbia, WB 5066) che l'avrebbe interpretato nel film "Gli uomini, che mascalzoni". La canzone è dedicata alla moglie di Bixio, Mary, detta Mariù.

"Il bacio": il bacio che ha fatto storia nella musica (valzer brillante).
La storia parte dalla permanenza a Milano di Luigi Arditi dove divenne protagonista della vita musicale della città, conteso dai migliori salotti della aristocrazia e della buona borghesia. "Il bacio" parte da lontano. Siamo nel 1859. Si parla di Vittorio Emanuele II e del suo «grido di dolore». Del mitico John Brown, impiccato a Charleston, del canale di Suez, dell'Aida di Verdi, di Darwin e della sua «Origine della specie per selezione naturale»... e di tante altre situazioni storiche, allorché all'hotel Queen di Manchester, Arditi si siede al pianoforte e lascia scorrere le dita sulla tastiera del pianoforte ascoltando la sua ispirazione. Presente in quel momento c'è la cantante che per prima interpreterà la romanza: Marietta Piccolomini. Il brano verrà ufficialmente alla luce un anno dopo, con il testo del baritono Gottardo Alighieri. Il soprano Piccolomini, restò così entusiasta della romanza che volle memorizzare parole e musica, eseguendola a Brighton dove suscitò clamorosi entusiasmi fra il pubblico.

"Musica proibita" è una romanza italiana composta nel 1881 dall'allora ventenne Stanislao Gastaldon che grazie a questa composizione conobbe immediatamente la notorietà. Gastaldon compose un'altra romanza con il titolo "Se avessi l'ali.." ed un'altra ancora "Fuggiamo" che furono accolte con entusiasmo dalle teenager dell'epoca. Nel 1883 Gastaldon compose un'altra romanza, un duetto dal titolo "La musica dei baci", che era il finale di "Musica proibita" e che, nei primi del '900, fu incisa dal tenore Prestini ed il contralto C. Mattiuzzi per la Black Zonophoe di Milano. L'io narrante del testo è quello di una fanciulla che vorrebbe ripetere il ritornello di una canzone d'amore che un bel garzone le canta ogni sera, da sotto il balcone. Ciò le viene proibito dalla madre, ma la fanciulla approfitta della sua assenza ed intona l'aria e le parole.

"Je te veux" è un valzer cantato, o valse chantée, di Erik Satie su testi erotici di Henry Pacory. Le sue due strofe e il ritornello ripetuto furono scritti per Paulette Darty, di cui era stato l'accompagnatore Satie e che la cantò per la prima volta nel 1903 alla Scala, un cabaret di Parigi.

"Aranjuez" (Concierto de Aranjuez) è probabilmente l'opera più nota di Joaquín Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del primo dopoguerra. Scritto all'inizio del 1939 a Parigi, in un'atmosfera tesa per le ultime vicissitudini della guerra civile spagnola e per l'imminente seconda guerra mondiale, costituisce la prima opera scritta da Rodrigo per chitarra e orchestra. Rodrigo, cieco dall'età di tre anni, fu un pianista e non suonava la chitarra. Tuttavia, seppe captare lo spirito della diversità della chitarra spagnola. Molti sono i musicisti che hanno reinterpretato l'opera: tra loro Jim Hall, Modern Jazz Quartet, John Williams, Tommy Emmanuel, Paco de Lucía e Miles Davis, Narciso Yepes e anche Carlos Santana. Questi ultimi due hanno per giunta dedicato un loro disco all'opera del maestro Rodrigo. Nell'album Sketches of Spain, Davis afferma: "Si tratta di una melodia talmente forte che più piano la esegui, più forte risulta, mentre se la esegui con forza risulta più debole". Esistono anche canzoni scritte sulla melodia del concerto, di Mina, Fabrizio De André e Richard Anthony; l'autore però non fu molto contento delle loro versioni e fece ritirare dal commercio i dischi con quelle incisioni. Il brano Spain del pianista Chick Corea, pubblicato nel 1972, costituisce, invece, una interpretazione strumentale jazz del Concerto d'Aranjuez in cui il tema e la progressione armonica sono tratti proprio dal secondo movimento della composizione di Joaquín Rodrigo. Secondo uno studio pubblicato dalla Società Generale degli Autori ed Editori spagnola (SGAE) nel luglio del 2005, il Concerto d'Aranjuez è il brano musicale spagnolo che riscuote la maggiore popolarità in Giappone.

"Les Chemins de l'amour", è una canzone per voce e pianoforte composta nel 1940 da Francis Poulenc su testi di Jean Anouilh, basata su un valzer cantato dalla musica di scena dell'opera teatrale Léocadia

"Granada" è una celebre canzone in lingua spagnola scritta nel 1932 dal compositore messicano Agustín Lara. La prima interpretazione fu quella del tenore messicano Pedro Vargas, soprannominato il "Tenore delle Americhe". Del brano, interpretato in seguito da numerosi altri cantanti, sono stati fatti diversi adattamenti, nei più svariati stili musicali e in varie lingue.

"Tu che m'hai preso il cuor", questa canzone è una romanza scritta da Franz Lehar nel 1929 ed è tratta dall’operetta “Il paese del sorriso”. Il titolo della versione originale eseguita a Berlino è “Dein ist mein ganzes Herz”, in inglese è stata tradotta con “You are my heart’s delight”. E’ un duetto lirico d’amore che fa di questo brano uno dei classici delle canzoni d’amore. La prima è andata in scena al Metropol –Theater di Berlino il 10 ottobre 1929. L’operetta narra di una storia d’amore a lieto fine tra una ragazza occidentale di nome Lisa ed il principe cinese Sou-Chong. Dalla fine dell’800 agli anni 30 del XX secolo era di moda ambientare storie, commedie, opere e operette in oriente. In Italia è stata cantata da quasi tutti i grandi tenori con grande successo: le versioni di musica leggera invece non hanno avuto lo stesso successo quasi a sottolineare il fatto che lo stile del Bel Canto è sempre il più amato dal pubblico.

"Bis Brindisi": Violetta sta tenendo una festa nella sua casa a Parigi; ad un certo punto lei e i suoi ospiti invitano Alfredo ad improvvisare un brindisi che inneggi alle gioie del vino, dell’amore e del piacere, ed egli intona questo celebre brindisi in tempo di valzer, a cui si uniscono Violetta e gli altri invitati. In questo clima festoso già è evidente l’amore che sta nascendo tra Violetta e Alfredo.

Libiamo, libiamo ne’ lieti calici,
che la bellezza infiora;
e la fuggevol fuggevol’ ora
s’inebrii a voluttà…

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