di Bianca Maria Sezzatini
Al Teatro Tordinona, fino a domenica 20 novembre, Vincenzo Bocciarelli viaggia nel futuro con “Papà, sei di troppo”, un viaggio che faremo con lui comodamente seduti in sala.
E se tutti gli anziani improvvisamente sparissero dalle nostre vite? Nonni, padri: in un istante la fine dei ricordi, di quei racconti che compongono la memoria storica della nostra esistenza. Tracce e volti smarriti, insieme alla nostra identità. Non c’è futuro senza passato e l’autore Yannis Hott lo ribadisce in uno dei suoi testi “Papà, sei di troppo”, portato in scena al Teatro Tordinona, dal 9 fino al 20 novembre, da Vincenzo Bocciarelli e Mario Mattia Giorgetti.
L’opera di Hott, promossa dalla Fondazione Teatro Italiano Carlo Terron in collaborazione con “Sipario”, scritta in chiave grottesco-allegorica, utilizza l’arma del sorriso per portare lo spettatore a riflettere sull'importanza di non dimenticare fatti e volti che hanno determinato cambiamenti e segnato la storia, anche la nostra, ma soprattutto di non dimenticarne i protagonisti: gli anziani. Proprio per questo immagina, con spirito futuristico, un pianeta senza di loro e narra aspettative e aspirazioni di una generazione che un giorno decise di riappropriarsi del proprio diritto all'occupazione e per farlo si convinse, tramite le affermazioni di un probabile Governo del Capitale Totale, di poter sopprimere i padri settantenni non più produttivi per guadagnarsi così un posto nel mondo del lavoro.