domenica 12 marzo 2023

UN APPELLO A DIECI ANNI DAL PONTIFICATO


di Bianca Maria Sezzatini


Era il 13 marzo 2013 quando il nuovo pontefice, il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, affacciandosi dalla loggia centrale di Piazza San Pietro, si presentava al mondo con queste semplici parole: "Fratelli e sorelle, buonasera!"

Da quel lontano 2013 sono trascorsi 10 anni, dieci anni di pontificato, 10 anni di sfide e ricordi indelebili: dal primo viaggio italiano a Lampedusa, alla "solitudine" del Covid, all'impegno per l'ambiente, alla mano tesa a Cina Russia

L'8 luglio 2013, a Lampedusa, per essere ancora più vicino ai migranti, fece due cose rimaste storiche: gettò in mare una corona di fiori in memoria delle tante vittime morte alla ricerca di una speranza, alla ricerca di un futuro migliore; pronunciò queste forti parole:

"La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l'illusione del futile, del provvisorio, che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell'indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro". E la "solitudine" del Covid; l’impegno per l'ambiente, la mano tesa a Cina e Russia

Questi i primi 10 anni del Pontefice Jorge Mario Bergoglio che scelse il nome di “Francesco”, per onorare il Patrono d'Italia, San Francesco d'Assisi, e per non dimenticare i poveri. 


L’APPELLO 

A lanciarlo è l'architetto monticiano Cesare Esposito, che da 39 anni organizza a Santa Maria Maggiore la nevicata artificiale che rievoca il prodigio della Madonna della Neve avvenuto nell'358 d.C. sul Colle Esquilino, affinchè il 5 agosto il Pontefice si unisca ai fedeli per pregare la Madonna della Neve in quella che dovrebbe essere una 'giornata universale della preghiera per la Pace nel mondo'. 

"Santo Padre - scrive Esposito - il prossimo 5 agosto presso la Basilica di Santa Maria Maggiore verrà celebrata la festa della 'Madonna della Neve' con la messa solenne, alla cui conclusione proprio davanti alla facciata monumentale della chiesa sarà riproposto il 'Miracolo della Neve', frutto e testimonianza viva della devozione e della fede del popolo di Roma, una tradizione molto amata inscenata per rendere omaggio alla Vergine Maria. Quest'anno è il quarantennale della rievocazione del 'Miracolo', e per questo sarà ancora qui, come ogni anno, una moltitudine biblica che rimarrà in veglia sulla casa della Madonna, che è la Basilica di Santa Maria Maggiore; una folla orante, fedeli devoti che implorano e chiedono l'intercessione della Vergine Maria, per il sollievo dai dolori e dalle sciagure di questa nostra vita terrena. Santità, eravamo con Voi, l'otto di dicembre, in piazza Mignanelli innanzi al volto della Vergine, quando con tutta l'intensità del Vostro agire umano, Vi siete commosso e avete mostrato al mondo i segni della Vostra anima scossa. Quando poi avete pianto ai piedi della colonna dell'Immacolata. Quel pianto, vergato di lacrime, che è diventato preghiera universale per la pace nel mondo, rivolta proprio alla Vergine Maria. Il Vostro gesto ci ha spezzato il cuore, Santità volevamo noi romani tutti, asciugare quelle lacrime, volevamo farVi una carezza, volevamo tutti abbracciarVi e confortarVi per quel dolore stretto e portato addosso con sofferenza, come Cristo sotto il peso della Croce. Abbiamo pregato la Madonna nostra Madre, insieme a Voi, per la pace e la serenità che adesso al mondo manca".

"Santo Padre - prosegue la lettera - il prossimo 5 agosto a Santa Maria Maggiore sarà un momento storico, come da tradizione il cielo antico dell'Esquilino unirà il genere umano, con una 'giornata universale della preghiera per la Pace nel mondo', per questo vorremmo pregare insieme a Voi, ancora una volta presso la Basilica papale più amata dai romani, Vi vogliamo bene; aspetteremo con fede la Vostra benedizione, alla luce della luminosa figura della Vergine Maria".

"Santo Padre, ritorni a Santa Maria Maggiore, alla festa della Madonna della Neve, l'aspetteremo con devozione, come abbiamo fatto con il suo predecessore papa Giovanni Paolo Il durante le celebrazioni dell'anno Mariano. Santità le Chiese sono di Dio, le Piazze di Cesare e dello Stato, rivolgeremo questo nostro appello anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Voi Santità, alla luce della fede, e con il Presidente, quale garante della costituzione italiana, della libertà, della democrazia, vorremmo condividere questo momento di preghiera e di fede che, non solo salderà i legami di Stato, ma darà 'nuova' forza al popolo e 'nuova linfa' per la rinnovata speranza, sarà una fervida festa per la pace, per quella pace che è al di là di ogni conflitto e di ogni crudeltà, per quella pace che è 'la nuova vita' e la nuova speranza per il genere umano".


MADONNA DELLA NEVE: LA LEGGENDA . . .

Secondo quanto narrato da vari autori cristiani, Giovanni era un ricco patrizio che viveva a Roma. Durante la notte del 4 agosto 352 d.C. egli avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca. Giovanni, la mattina seguente, corse da Papa Liberio per raccontargli quanto visto e il pontefice confessò di aver avuto la stessa visione. Il prodigio nel frattempo si era avverato e per ordine di Liberio si fece tracciare la pianta di una grandiosa basilica esattamente dove cadde la neve di agosto. Sempre secondo la storia, la basilica sarebbe stata finanziata dal patrizio stesso e prese il nome di Basilica di Santa Maria della Neve (o Basilica Liberiana dal nome del Papa, popolarmente ad Nives). 


. . . E UN PO’ DI STORIA 

Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa Cattolica venera Maria secondo il cosiddetto culto di iperdulia. Si tratta del nome tradizionale e popolare per indicare Maria Madre di Dio (Theotokos), come sancito dal Concilio di Efeso. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto e in memoria della miracolosa apparizione mariana. 

Il titolo di Madonna della Neve risale ai primi secoli della Chiesa ed è legata alla nascita della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma. L’antica chiesa fu atterrata al tempo di Sisto III che in ricordo del Concilio di Efeso dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle innalzare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, utilizzando anche i materiali di recupero della chiesa antecedente. In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva lo splendore e la grandezza del nuovo luogo di culto, qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua prevalenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna. Nei secoli seguenti la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturale e artistico, fino a giungere nel 1750 le forme architettoniche che oggi ammiriamo. Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve è stata modificata nel termine; dedica di Santa Maria Maggiore con celebrazione rimasta al 5 agosto e miracolo della neve in agosto non più citato poiché leggendario e non documentato. 

Il culto sulla Madonna della Neve andò comunque sempre più confermandosi, tanto è vero che tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di Città.

Il miracolo della neve è una tradizione devozionale molto cara ai romani. 


A Roma il 5 agosto nella matriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, il miracolo viene ricordato con una pioggia di petali di rosa bianca, cadenti dall'interno della cupola durante la solenne celebrazione liturgica e, da anni, con la rievocazione della storica nevicata in Piazza dell'Esquilino, per merito del suo ideatore, l'architetto Cesare Esposito

Il culto come si è detto ebbe grande diffusione. Oggi, in Italia, si contano 152 edifici sacri fra chiese, santuari, basiliche minori ecc. intitolate alla Madonna della Neve. Ogni regione ne possiede una notevole quantità, in particolare concentrate su zone dove la neve non manca. Le regioni che primeggiano sono: il Piemonte, con 31; la Lombardia, con 19; la Campania, con 17. Nel Napoletano il culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo le comunità di fedeli con manifestazioni esterne e folcloristiche.


CHI È L’ARCHITETTO CESARE ESPOSITO 

Eclettico e scioccante, Cesare Esposito, è nato e cresciuto a Roma nel Rione Monti. La monumentalità e i fasti dell’antica Roma hanno contribuito a generare in lui i componenti della futura grande bellezza delle sue creazioni. Centrali nella sua ricerca artistica sono i quattro elementi aria, acqua, terra, fuoco, basi queste di ogni sua incredibile quanto rivoluzionaria interpretazione, costantemente dominata da audacia e da profonda immaginazione. Ancora giovanissimo vince il concorso indetto dal Comune della Capitale per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Sua è infatti la scultura in acciaio, alta 12 metri e pesante 600 kg, orientata verso i martiri delle Fosse Ardeatine e dedicata alla Resistenza. Sue sono anche le sculture in acciaio Geometrie di pace e di Fumo rosso, tutt'ora presenti presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La sua anima di artista lo porta a realizzare una serie di progetti e installazioni scenografiche volte a stimolare l’amore per la storia e la conoscenza del patrimonio storico-artistico della capitale. Dal fuoco di Nerone ai Mercati Traianei e ai Fori Imperiali, ai 40 minuti di fuochi d’artificio in musica a Castel Sant'Angelo, in presenza di Papa Giovanna Paolo II, evocando le macchine disegnate da Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini. Dalla Piramide riaperta dopo 350 anni, omaggiando in questo modo anche le donne il cui atto eroico si mosse in difesa di Roma e della patria, ai tanti progetti per il riuso del Colosseo, di Piazza Navona con le sue battaglie navali, del Campidoglio per i natali di Roma. Ma il più magniloquente e il più conosciuto di tutti i suoi progetti è senza dubbio quello che si lega alla rievocazione storica del Miracolo della Neve il 5 agosto di ogni anno con soffici fiocchi di neve che cadono sulla Basilica di Santa Maria Maggiore. 

Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio… La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza… Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività. 

Quando lo si incontra sovente lo vedi in questo modo: nel taschino della giacca tiene decine di matite colorate. Ti vede e ancor prima di dirti qualcosa di preciso estrae dalla tasca una delle matite e te le regala. E ti precisa bene il motivo: è un colore (e ti dice con precisione quale) ed è il colore il regalo più bello che una persona possa ricevere. Poi di quella matita farai l’uso che vuoi. E lui ha una matita nella mente con cui disegna sullo spazio circostante. Fa cadere la neve. Fa diventare tutto bianco e il bianco è la sommatoria di tutti quei colori che ha in tasca. Ci fa un regalo e ci fa pensare che papa Liberio vide proprio questo la mattina seguente all'apparizione della Vergine Maria che gli diceva che sarebbe nevicato e lui tracciasse sulla neve di agosto il perimetro della chiesa da dedicarsi a Lei.

Cesare Esposito ha inventato la nevicata a Santa Maria Maggiore nel 1983 e, anno dopo anno, ha reso questo evento sempre più magico e coinvolgente. E va detto che il nuovo miracolo lo ha fatto lui, nel riuscire a dare vita a una celebrazione del miracolo riproducendolo in forme incantevoli e incantate. Ancora molti ricordano quando venne Papa Wojtyla. Ammirato disse a Cesare: “da liberiana hai fatto diventare la basilica siberiana!” 

Claudio Strinati, storico dell'arte, conduttore televisivo e dirigente pubblico, soprintendente per il Polo museale romano dal 1991 al 2009 e divulgatore di storia dell'arte scrisse: "Cesare Esposito, un mago che ci mette il cuore e l’umiltà e che ricava la sua più profonda soddisfazione a guardare gli sguardi estasiati e sbalorditi delle persone. E Cesare è lì come sempre a dirigere il tutto senza farsene accorgere".

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