lunedì 8 febbraio 2016

AREI VOLUTO ESSERE PANTANI. TEATRO STUDIO 1

di Bianca Maria Sezzatini


Dopo il tutto esaurito registrato per una settimana al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma, al Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia e al Bertolt Brecht di Formia, sabato 13 e domenica 14 febbraio 2016, torna in scena al Teatro Studio Uno “Avrei Voluto Essere Pantani” di e con Davide Tassi, per la regia di Francesca Rizzi, con la partecipazione straordinaria di Alessandro Donati e un grazie particolare al campione di ciclismo su strada Filippo Simeoni. Lo spettacolo è un atto d’amore per lo sport, e una denuncia appassionata nei confronti del doping e del “sistema” che lo protegge. 

Davide Tassi conduce lo spettatore oltre l’apparenza, oltre la miriade di racconti che negli ultimi 11 anni hanno cercato e cercano ancora, inseguendo facili e suggestive teorie ‘complottiste’, di mettere a tacere qualsiasi seria riflessione sull'etica dello sport. In scena accanto a lui c’è Alessandro Donati, che ha dato un contributo importante anche alla stesura del testo. Un personaggio di primo piano nella nostra storia sportiva, prima allenatore della nazionale di atletica e oggi icona internazionale della lotta al doping, impegnato proprio in questi mesi come allenatore del marciatore Alex Schwarzer. 

Il protagonista dello spettacolo è un ciclista fra i tanti incontrati e intervistati dall'autore, nel lungo cammino di studio e di analisi che ha preceduto la scrittura. Il personaggio (di cui non si svela mai il nome) è stato un grande amico di Pantani, fin dai tempi dei dilettanti, e del campione svela gli aspetti più intimi, quelli che vanno oltre l’immagine precostituita, quelli che lo rendevano tanto fragile nel privato quanto spavaldo in pubblico. E mostra dall'interno i meccanismi, l’ipocrisia e la falsità che delineano i contorni di una vera e propria “mafia dello sport”, denunciando un sistema fatto da medici sportivi, allenatori, politica, istituzioni sportive, multinazionali farmaceutiche e sponsor che usano il doping e la salute dell’atleta per i propri interessi: le medaglie e le sponsorizzazioni.

Marco Pantani è una delle vittime di questo sistema, una vittima eccellente, un eroe tragico che, dopo essere stato portato a livelli di popolarità che vanno oltre il ciclismo e lo sport, viene usato dalla stampa e dalle Federazioni, prima per esibire i muscoli di una fantomatica lotta al doping, e poi per continuare a spremere l’immagine del Pirata fino all'ultima goccia.

Pantani, diversamente da tanti altri ciclisti, non riesce ad accettare di essere strumento, vorrebbe ribellarsi al sistema ma non ne ha la forza e si perde nel buio della depressione e della cocaina, fino ad annientarsi, fino a distruggere l’icona e con essa l’uomo.

Orario spettacoli: Sabato, ore 21:00; Domenica, ore 18:00 

Ingresso: 10 euro 

Per informazioni: tel. 349 435.62.19 – 329 802.79.43

Ufficio stampa: Marzia Spanu 
Ufficio StampaTS1: Eleonora Turco 

TEATRO STUDIO UNO - Sala Specchi
Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara)

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