giovedì 22 giugno 2017

IL MALATO: MIO FRATELLO

di Bianca Maria Sezzatini


Tutto faceva presupporre che, anche questa, l'avrei trascorsa come sempre: "una domenica qualsiasi" con la solita passeggiata lungo le sponde del Tevere, il suono delle campane di San Pietro che annunciano l’inizio della Santa Messa, lo sparo del cannone del Gianicolo che sembra ricordarmi: Bianca: è mezzogiorno; è l'ora di rientrare. 

È lungo la strada del ritorno, merito del fortuito incontro con un gruppetto di monache e sacerdoti, che tutto però cambia facendola diventare “una domenica davvero speciale”.

Colpita dalla loro gioia, dalla loro allegria, dalla serenità che trasmettono, quasi senza accorgermene, mi metto a parlare con uno di loro: Padre Francesco. Affabilissimo e sorridente mi racconta che sta per conseguire il Dottorato in Pastorale Sanitaria all’Istituto Camillianum  per poter dare ai malati, ai sofferenti e ai diversamente abili, una buona cura pastorale e che, subito dopo la laurea tornerà in Bangladesh,  il suo Paese, un paese mussulmano molto povero, per iniziare un progetto che ha elaborato nella sua tesi di laurea dal titolo: "Il malato, mio fratello".

Il progetto e il titolo della tesi derivano dal fatto che, nel Bangladesh, la persona malata è posta, per tutta una  serie di fattori, sull'ultimo gradino della scala sociale, e questo comporta scarsezza o completa mancanza di prevenzione, di cure, di attenzione e solidarietà, che molto spesso portano lo stesso malato a non avere più la forza, la voglia e la possibilità di fare qualcosa anche solo per se stesso, e quindi … a lasciarsi morire.

Il progetto della tesi  sul quale lavorerà in Patria, prevede alcune possibilità di azione i cui protagonisti possono essere afferenti da tutte le realtà politiche e sociali, arrivando a coinvolgere anche, e soprattutto, le piccole realtà territoriali. Tutto questo per l'unico grande scopo della promozione umana e della cura dell'individuo malato che, se tutti si impegnano come Padre Francesco, il malato può veramente essere “mio fratello”.

Padre Francesco ha avuto la grazia (così è stata da lui definita) di incontrare la dott.ssa Tamara, donna straordinaria che, nonostante le sue grandi difficoltà, riesce a trasmettere una tale forza di volontà, entusiasmo e gioia di vivere tali, da colpire positivamente tutte le persone che incontra diffondendo coraggio e serenità. Il suo esempio trascinante lo ha molto colpito tanto che vorrebbe riportare su un piccolo "manuale di istruzioni" su come superare le avversità che si possono incontrare ogni giorno, pensato anche per essere adattato a una realtà molto diversa da quella italiana, a cominciare dalla lingua.

Unico grande difficoltà: Padre Francecso vorrebbe vedere realizzati i suoi sogni ma, come lui si definisce … è solo un povero prete. Ecco perché considera un dono di Dio sia il fatto di avere incontrato Tamara ed ora me che, con la mia professionalità e le mie idee, potrò essere di grande aiuto per portare nella sua realtà, non solo tante belle parole, ma soprattutto “esempi concreti”.

Padre Francesco mi saluta con un sorriso pieno di speranza dicendomi: “Io credo che Dio permetta la comunione tra persone proprio per fare del bene per gli altri".  Io gli ho promesso che mi impegnerò al massimo per aiutarlo in questa impresa non certo facile.

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