venerdì 19 maggio 2023

AL BORGO DI OSTIA ANTICA, "MADAMA BUTTERFLY"


di Bianca Maria Sezzatini


C’è grande attesa per “MADAMA BUTTERFLY”, il concerto su musica di Giacomo Puccini che, in collaborazione con l'Associazione Musica in Essere, avrà luogo domenica 21 maggio 2023, alle ore 18:00, al Borgo di Ostia Antica nella Sala Riario Episcopio, in Piazza della Rocca, 13.

Sul palcoscenico (personaggi ed interpreti):

Madama Butterfly - Cio-Cio-San (geisha giapponese): Emanuela Quartullo
Benjamin Franklin Pinkerton, tenente della marina degli Stati Uniti, sposo di Butterfly: Alessandro Napolitano
Sharpless, console statunitense a Nagasaky: Angelo Nardinocchi
Suzuky, servente di Butterfly: Caterina Novak
Goro, sensale di matrimoni: Paolo Forti
Il principe Yamadori, pretendente di Butterfly: Domenico Venturini
Kate Pinkerton, moglie americana di Pinkerton: Erika Witzenmann
Dolore: Nicole lacchetta

Maestro concertatore al pianoforte: Francesco del Fra
Danae Ensemble

Coro di Voci Bianche del X Municipio dir. Daniele Adriani

MADAMA BUTTERFLY occupa un posto rilevante nel panorama culturale della fin de siècle e del primo Novecento. Storia di un amore straziante ambientato in Giappone, il capolavoro di Giacomo Puccini tocca un problema centrale della cultura del decadentismo: il dramma della perdita. O meglio, il concetto di cambiamento psicologico che si verifica in qualsiasi situazione di perdita, senza  possibilità — o capacità — di elaborazione del lutto. Un principio tragico che si esprime nel travaglio interiore della protagonista, Cio-Cio-San, che in una sorta di "coazione a ripetere" si vede sottrarre continuamente ogni cosa: padre, familiari, identità razziale, agi, marito e infine anche il figlio. Per quanto rimpicciolita in ambito domestico-psicologico e avvolta da una patina esotica, si tratta di una tragedia autentica in cui alla fine l'eroina, attanagliata da un dilemma morale (sposare il principe Yamadori, tornare a fare la geisha o morire), compie la scelta più difficile e coraggiosa, ristabilendo l’ordine turbato con il suicidio. 

BRANI CELEBRI

Amore o grillo - Pinkerton e Sharpless
Ancora un passo... Spira sul mare - Butterfly e coro
Viene la sera.... Bimba dagli occhi pieni di malia - Pinkerton e Butterfly
Un bel dì vedremo - Butterfly
Che tua madre dovrà prenderti in braccio -  Butterfly e Sharpless
Scuoti quella fronda - Bytterfly e Suzuky
Coro a bocca chiusa
Addio fiorito asil - Pinkerton
Tu, tu piccolo Iddio - Butterfly

CONCERTO
Domenica 21 maggio 2023, ore 18:00

PER INFO E PRENOTAZIONI
cell. 335 - 199.60.43 ( Alessandro Napolitano )


BORGO DI OSTIA ANTICA - 
Sala Riario Episcopio
Piazza della Rocca, 13
OSTIA ANTICA - Roma

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L’OPERA

In una casa con giardino, a Nagasaki, il tenente della marina statunitense Benjamin Franklin Pinkerton, accompagnato da Goro, sensale di matrimoni, attende divertito il corteo nuziale della sua sposa, la geisha Cio-Cio-San, detta Madama Butterfly. Goro gli presenta l'ancella Suzuky, nel frattempo giunge Sharpless, console americano, al quale Pinkerton espone, conversando amabilmente davanti a un bicchiere di whisky, la sua cinica filosofia di «yankee» che vuol godersi la vita, sprezzando rischi e i sentimenti altrui: s'è invaghito delle ingenue grazie di Cio-Cio-San e intende ora sposarla secondo il rito giapponese, non riconosciuto negli Stati Uniti.

Sharpless gli fa un garbato rimprovero, perchè ha compreso che «ella ci crede» veramente, ma alla fine alza il bicchiere con Pinkerton che brinda al giorno in cui si sposerà con una vera sposa americana. Intanto, arriva Butterfly e il console le rivolge qualche domanda, Cio-Cio-San dice di essere nata a Nagasaki da una famiglia un tempo assai prospera, ma poi finita in miseria, motivo per cui è stata costretta a fare la geisha. Vive con la madre il padre è morto. Quando le viene chiesta l'età, Butterfly si diverte fanciullescamente a farla indovinare, poi ammette maliziosa di avere 15 anni. «L'età dei giochi» commenta Sharpless con tono severo verso Pinkerton.

Giungono quindi la madre di Butterfly e gli altri parenti per la cerimonia, e Pinkerton li osserva divertito. Butterfly trae in disparte Pinkerton per mostrargli alcuni oggetti che ha portato con sé in dote: dei fazzoletti, una pipa, una cintura, uno specchio, un ventaglio, un vaso di tintura per il trucco tradizionale e, infine, un astuccio lungo e stretto, ma alla richiesta di Pinkerton di vedere cosa contiene, essa lo ripone in tutta fretta, dicendo che c'è troppa gente intorno. Interviene Goro e spiega sottovoce che si tratta della lama con cui il padre si è suicidato su "invito" dell'Imperatore.

In attesa dell'inizio della cerimonia, Cio-Cio-San confessa a Pinkerton, a dimostrazione della sua devozione, di aver rinnegato la sua fede e di essere divenuta cristiana. Si celebrano quindi le nozze, il console e i funzionari se ne vanno, mentre tutto il parentado si trattiene per festeggiare. S'ode di lontano la voce terribile dello Zio Bonzo, che irrompe furibondo, avendo scoperto che Cio-Cio-San ha rinnegato la fede degli avi e, cacciato da Pinkerton, la maledice rinnegandola a sua volta, seguito dai parenti.

Il pianto di Butterfly viene placato dalle ardenti parole di Pinkerton, infiammato dal desiderio, mentre scende la notte. L'ingenua fanciulla risponde teneramente alle appassionate parole del marito che, stringendola in un abbraccio, la conduce all'interno della casa. La fedele Suzuki prega davanti alla statua di Budda affinché Cio-Cio-San non pianga più, perché da tre anni, la sposa aspetta il ritorno del marito Pinkerton, partito per gli Stati Uniti con la promessa di ritornare a primavera, nella stagione in cui i pettirossi fanno il nido.

Butterfly è convinta che che un bel giorno dall'orizzonte spunterà la nave di Pinkerton e il suo sposo salirà la collina chiamandola con gli affettuosi vezzeggiativi di un tempo. Sopraggiungono Goro e Sharpless, il quale ha ricevuto una lettera da Pinkerton con un messaggio per Cio-Cio-San. Ella è raggiante di gioia e dà il benvenuto al console. Sharpless non ha il coraggio di comunicarle che Pinkerton si è risposato in America e che verrà presto a Nagasaki con la sua nuova sposa.

Cio-Cio-San informa il console di come il sensale insista per trovarle un nuovo marito. Uno dei pretendenti è il ricco Yamadori, che giunge poco dopo in gran pompa accompagnato dai suoi servi, ma Cio-Cio-San non vuole saperne, orgogliosa nella sua tenace convinzione di essere ancora sposata con Pinkerton, anche secondo la legge americana. Sharpless comincia con imbarazzo a leggere la lettera di Pinkerton, continuamente interrotto da Butterfly e cerca di farle capire la verità chiedendo: «Che fareste s'ei non dovesse ritornar più mai?» Cio-Cio-San s'arresta, immobile, e risponde sommessa che le alternative sono due: tornare a fare la geisha o morire.

Butterfly chiama Suzuki e le chiede di accompagnare alla porta il console, poi all'improvviso corre nella stanza accanto e ritorna trionfante con un bambino in braccio: se Pinkerton l'ha scordata, potrà scordare anche suo figlio? Il console, profondamente turbato, promette che informerà Pinkerton dell'esistenza del bambino ed esce. Si avverte un colpo di cannone e Cio-Cio-San si precipita fuori e, con un cannocchiale, cerca di individuare la bandiera della nave, quindi, esultante ne grida il nome: «Abramo Lincoln!», la nave di Pinkerton. La sua gioia è immensa e ordina a Suzuki di cogliere tutti i fiori del giardino per adornare la casa e ricevere degnamente lo sposo. Le due donne cospargono tutto con i fiori raccolti, poi, dopo aver indossato l'abito da sposa, Cio-Cio-Sansi accoccola con Suzuki e il bambino davanti allo shosi in attesa dell'arrivo di Pinkerton.

A poco a poco la notte si dilegua, Butterfly, si allontana dalla stanza con il bimbo addormentato in braccio. Poco dopo giunge Pinkerton, in compagnia di Sharpless e di Kate, la moglie americana, che resta ad aspettare in giardino. Informato dal console del figlio che Butterfly gli ha dato, è infatti salito alla casa sulla collina per convincerla ad affidargli il piccolo. Quando apprende da Suzuki come Butterfly lo abbia atteso in quei tre anni, si allontana col cuore gonfio di rimorso.

Butterfly si desta, chiama Suzuki, entra sollecita nella stanza, vede il console e pensa in grande agitazione di trovare anche Pinkerton, scorge invece Kate, sulla terrazza, ed è colta da un brutto presentimento. Interroga Suzuki su Pinketon mentre fissa Kate, quasi affascinata e finalmente comprende chi è. Kate allora si avvicina e, chiedendole perdono per il male che inconsapevolmente le ha fatto, si mostra amorevolmente disposta ad avere cura del bambino e a provvedere al suo avvenire. Butterfly risponde che consegnerà il piccolo soltanto a «lui», se avrà il coraggio di presentarsi mezz'ora dopo. Poi li congeda.

Rimasta sola crolla a terra. Ordina a Suzuki di chiudere le imposte e di ritirarsi nell'altra stanza con il bambino. Suzuki intuisce le intenzioni della padrona e vorrebbe restare, ma Cio-Cio-San, risolutamente, la spinge fuori. Poi estrae dall'astuccio di lacca il coltello di suo padre e legge con solennità le parole incise sulla lama: «Con onor muore chi non può serbar vita con onore». Sta per compiere harakiri, quando all'improvviso Suzuki spinge nella stanza il bambino. 

Butterfly lascia cadere il coltello, si precipita verso il piccolo, lo abbraccia soffocandolo di baci e, dopo avergli rivolto uno straziante addio, gli benda gli occhi e lo fa sedere, mettendogli in mano una bandierina americana. Quindi raccoglie il coltello, si ritira dietro il paravento e si uccide. Nello stesso istante, invocandola da lontano, accorre nella stanza Pinkerton, che s'inginocchia singhiozzante sul suo corpo.

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