giovedì 15 ottobre 2020

A MORRONI IL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLA NEVE


di Bianca Maria Sezzatini


In gita attraverso la verde Irpinia, territorio occupato in epoca pre-romana dagli antichi Irpini (Hirpini), una tribù di stirpe sannitica e di lingua osca stanziata lungo l'Appennino campano, passando in contrada Morroni del comune di Bonito (AV) il mio sguardo venne attratto da un imponente campanile a quattro livelli che, maestoso, si ergeva in lontananza.  Decisi di andare a curiosare. Lungo la strada su un segnale indicatore, il nome: " SANTUARIO MARIA SS DELLA NEVE".

Si! Ho letto bene. 

Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa Cattolica venera Maria secondo il cosiddetto culto di iperdulia. Si tratta del nome tradizionale e popolare per indicare Maria Madre di Dio (Theotokos), come sancito dal Concilio di Efeso. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto e in memoria della miracolosa apparizione mariana. 

Il titolo di Madonna della Neve risale ai primi secoli della Chiesa ed è legata alla nascita della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Il culto sulla Madonna della Neve andò comunque sempre più confermandosi, tanto è vero che tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di Città. Il culto, come detto, ebbe grande diffusione. Oggi, in Italia, si contano 152 edifici sacri fra chiese, santuari, basiliche minori ecc. intitolate alla Madonna della Neve. Ogni regione ne possiede una notevole quantità, in particolare concentrate su zone dove la neve non manca. Le regioni che primeggiano sono: il Piemonte, con 31; la Lombardia, con 19; la Campania, con 17. Nel Napoletano il culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo le comunità di fedeli con manifestazioni esterne e folcloristiche.

Continuo a seguire le indicazioni stradali. Finalmente arrivata mi trovo davanti ad un modernissimo santuario sulla cui facciata erge maestosa la scritta: "AEDIFICAVIT SIBI DOMUM MARIE" (Maria ha costruito una casa).

Nonostante l'ora tarda il grande portone è ancora aperto e le luci ne illuminano il suo interno. Mi faccio coraggio. Entro. Non c'è nessuno. È bellissimo. 

Davanti ai miei occhi, sopra l'altare, il quadro della Madonna della Neve. Sul
pavimento di marmo, insieme ad altri simboli, una grande Stella di David. Non l'avevo mai vista in altre chiese e mentre stavo cercando di darmi una spiegazione una gentile voce maschile, intuendo la mia curiosa perplessità, mi sussurra: "La Madonna, la Mamma di Gesù, era ebrea". Lo ringrazio e gli chiedo se sa darmi qualche altra informazione su questo luogo sacro. 

Il gentile personaggio inizia a raccontarmi: "L'odierna struttura è di recente costruzione e risale al 1962, interamente ricostruita dopo il devastante terremoto. In questo posto, anticamente. sorgeva un tempio pagano. Il tempio subì nel corso dei secoli vari crolli e devastazioni sia per le invasioni barbariche sia per le lotte intestine tra Stati e Stati sia per gli stessi terremoti.

Secondo la tradizione, sul finire del VI secolo qui era apparsa ad alcuni contadini una dolce figura femminile con in braccio un bambino. All'apparizione i buoi si inginocchiano. La figura, sospesa nell'aria, era circonfusa di luce abbagliante ed era accompagnata da angeli ed Arcangeli che diffondevano musiche soavi. Era la Madonna. Da Allora le apparizioni si susseguirono e fu così che su questo luogo venne eretto un tempio cristiano dedicato alla Madonna".

Gli chiedo: perché Madonna della Neve”?


"Si narra che Carlo VIII,dopo aver conquistato il castello di Apice, a circa 10 chilometri, attirato dalla fama della Madonna, venerata nella chiesa di Morroni, volle recarsi qui per constatarne la bellezza e le virtù taumaturgiche. Giunto, fece il suo ingresso in chiesa con cipiglio altezzoso seguito dai suoi guerrieri armati.  Era sul finire della primavera dell’anno 1492 e faceva molto caldo. Improvvisamente però, mentre Carlo VIII sostava irriverente in chiesa, il cielo si coprì di nuvoloni neri e cominciò a nevicare con grande intensità. In un battibaleno campi e strade furono coperti da montagne di neve e Carlo VIII non poté far ritorno al castello. Restò prigioniero nella Chiesa con tutto il suo seguito per oltre quaranta giorni e solo quando si pentì dei suoi propositi cattivi la neve scomparve del tutto e riapparve la bella stagione. Da allora alla Madonna di Morroni le fu attribuito l'appellativo di Madonna della Neve
”.

Poi aggiunge:

"Nella piazza antistante la chiesa, da un lato, può ammirare un antico pozzo con delle pietre disposte in fila, probabilmente derivanti dall'originaria struttura demolita o forse, addirittura anteriori". 

Ringrazio questo gentile signore che ha saputo darmi una spiegazione così suadente ed ampia del luogo e prima di accomiatarmi gli chiedo con discrezione: "con chi ho avuto il piacere di parlare"?

Mi chiamo Giovanni Grieco; sono il geometra responsabile dei lavori di ricostruzione e ristrutturazione di questa Chiesa.

Non potevo chiedere di meglio per la descrizione di questo luogo sacro!

Nonostante l'ora tarda, apprezzata la mia morbosa curiosità, il geometra Grieco, (a sinistra, con me in foto) avendo saputo che vivo a Roma, volle farmi ancora un regalo.  Mi fece visitare il resto della Chiesa e i suoi sotterranei dove ho potuto ammirare tantissime reliquie e icone.

Che serata indimenticabile!

Se vi trovate a passare da queste parti non mancate di visitare questo bellissimo santuario, uno dei tanti dedicato alla Madonna della Neve.



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