giovedì 5 dicembre 2024

IL MONUMENTO DELL'ARCH. ESPOSITO HA 50 ANNI

di Bianca Maria Sezzatini


Nel rovistare nel cassetto dove sono solita riporre foto e ritagli di giornale la mia attenzione viene attratta da una cartolina, una cartolina speciale, una cartolina “da collezione” che raffigura l’architetto Cesare Esposito vicino alla sua opera, una scultura in acciaio inox con più basi e moduli in cemento armato, alta 12 metri, pesante 600 chilogrammi, con cui, ancora giovanissimo, nel 1973/1974, vinse il concorso pubblico indetto dal Comune per i monumenti a Roma per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese e celebrare il trentennale della Resistenza romana (1944-1974). 

Il monumento è orientato, con i suoi elementi tubolari e cubi aperti, nella costellazione del cielo antico di Roma seguendo l'asse delle Sette Chiese rivolto alle Fosse Ardeatine, alla  Montagnola e a Porta San Paolotre luoghi emblematici della Resistenza romana.

Quel monumento compie 50 anni e venerdì 6 dicembre 2024, alle ore 10:00, in Largo delle Sette Chiese, dove risiede l'opera, aperta dalla Fanfara dei Carabinieri di Roma diretta dal maestro Danilo Di Silvestro, si svolgerà una cerimonia per l'anniversario. L'architetto Esposito ha espresso ringraziamenti al comandante dell'Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo, per aver autorizzato la presenza della Fanfara alla cerimonia, ringraziamenti al presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri e al presidente dell'Associazione Mecenate, Maurizio Sarti.

La piazza, come lo scorso anno, si animerà con canti, poesie e musiche popolari. 

Chiedo ad Esposito: "Architetto: che cosa ha scaturito e scaturisce in lei il monumento?".

Risponde: “Ha vissuto e vive in me il desiderio di ricordare le Donne che difesero la città di Roma e la Patria nel luogo dove sorge il monumento alla Resistenza da me realizzato.

L’opera riflette come uno specchio la storia di Roma ed è orientato alle Fosse Ardeatine, a Porta San Paolo e alla Montagnola. Un avamposto culturale di speranza e di amore verso la Capitale”.


CONOSCIAMO PIÙ DA VICINO L'ARCHITETTO ESPOSITO

Eclettico e scioccante, Cesare Esposito (con me in foto prima di una intervista) è nato e cresciuto a Roma nel Rione Monti. La monumentalità e i fasti dell’antica Roma hanno contribuito a generare in lui i componenti della futura grande bellezza delle sue creazioni. Centrali nella sua ricerca artistica sono i quattro elementi aria, acqua, terra, fuoco, basi queste di ogni sua incredibile quanto rivoluzionaria interpretazione, costantemente dominata da audacia e da profonda immaginazione. 

Ancora giovanissimo vince il concorso indetto dal Comune della Capitale per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Sue sono anche le sculture in acciaio Geometrie di pace e di Fumo rosso, tutt'ora presenti presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. 

La sua anima di artista lo porta a realizzare una serie di progetti e installazioni scenografiche volte a stimolare l’amore per la storia e la conoscenza del patrimonio storico-artistico della capitale. Dal fuoco di Nerone ai Mercati Traianei e ai Fori Imperiali, ai 40 minuti di fuochi d’artificio in musica a Castel Sant'Angelo, in presenza di Papa Giovanna Paolo II, evocando le macchine disegnate da Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini. Dalla Piramide riaperta dopo 350 anni, omaggiando in questo modo anche le donne il cui atto eroico si mosse in difesa di Roma e della patria, ai tanti progetti per il riuso del Colosseo, di Piazza Navona con le sue battaglie navali, del Campidoglio per i natali di Roma. Ma il più magniloquente e il più conosciuto di tutti i suoi progetti è senza dubbio quello che si lega alla rievocazione storica del Miracolo della Neve il 5 agosto di ogni anno con soffici fiocchi di neve che cadono sulla Basilica di Santa Maria Maggiore a rievocazione proprio di quell’episodio che vide, nel lontano 358 d.C., l’apparizione della Madonna sulla sommità del Colle Esquilino.

Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio.…La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza….Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività. 

Cesare è un personaggio più unico che raro nel panorama artistico della nostra città. La sua idea è quella del dono: concepire e progettare un evento come un regalo che l’artista fa alla gente.

Quando lo si incontra sovente lo vedi in questo modo: nel taschino della giacca tiene decine di matite colorate. Ti vede e ancor prima di dirti qualcosa di preciso estrae dalla tasca una delle matite e te le regala. E ti precisa bene il motivo: è un colore (e ti dice con precisione quale) ed è il colore il regalo più bello che una persona possa ricevere. Poi di quella farai l’uso che vuoi. 

E lui ha una matita nella mente con cui disegna sullo spazio circostante. Fa cadere la neve. Fa diventare tutto bianco e il bianco è la sommatoria di tutti quei colori che ha in tasca. Ci fa un regalo e ci fa pensare che papa Liberio vide proprio questo la mattina seguente all'apparizione della Vergine Maria che gli diceva che sarebbe nevicato e lui tracciasse sulla neve di agosto il perimetro della chiesa da dedicarsi a Lei.


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