venerdì 8 luglio 2022

EMANUELA QUARTULLO E' CIO-CIO-SAN


di Bianca Maria Sezzatini


Domenica 10 luglio 2022, alle ore 21:00, presso la Sala Agnini dell’Associazione Culturale Ferdinando Agnini, in Viale Adriatico, 136 (zona Montesacro), “MADAMA BUTTERFLY”, selezione dell’opera lirica in forma semiscenica su musica di Giacomo Puccini.

PERSONAGGI & INTERPRETI:

- Madama Butterfly / Cio-Cio-San (geisha giapponese), Emanuela Quartullo
- B.F. Pinkerton / Yamadori (tenente della marina degli Stati Uniti, sposo di              Butterfly) Alessandro Napolitano
- Il Console Sharpless, Console statunitense a Nagasaky, Maurizio Zanchetti 
- Suzuky, servente di Butterfly, Caterina Novak 
- Goro, nakodo (sensale di matrimoni) Marco Alò
- Kate Pinkerton, moglie americana di Pinkerton, Erika Witzenmann
. Dolore, Nicole Jachetta

Maestro Concertatore al Pianoforte, Francesco Del Fra.

RAPPRESENTAZIONE
Domenica 10 luglio 2022, alle ore 21,00 

INFO E PRENOTAZIONI
cell. 338 – 1201.904 (anche SMS o Whatsapp)


SALA AGNINI
ASSOCIAZIONE CULTURALE FERDINANDO AGNINI 
Viale Adriatico, 136 (zona Montesacro)

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EMANUELA QUARTULLO (Soprano)

Ha iniziato gli studi musicali e di canto lirico con Fausta Corti Coppetti; ha proseguito gli studi con Marina Meli Jacopucci e M. Luisa Carboni, conseguendo la Laurea Magistrale in Canto Lirico nel 2001 presso il Conservatorio di Musica di Pescara. Ha frequentato Master Class con Mauro Trombetta presso l’Accademia di Musica di Pescara e con Francesca Patané e Bruna Baglioni. Ha studiato il repertorio con il M° Sergio Oliva presso l’Accademia A.I.D.M. di Roma e con il M° Roberto Lorenzetti.

Dal 2002 al 2006 ha partecipato all’ organizzazione del coro polifonico “I Cantori di Roma” e all'esecuzione di concerti in coro con orchestra in dirette televisive presso gli studi di Cinecittà e RAI (accanto a Cecilia Gasdia, Vincenzo La Scola, José Carreras, Vittorio Grigolo sotto la conduzione televisiva di Milli Carlucci, Fabrizio Frizzi, Gianni Morandi, Paola Saluzzi con la direzione musicale di Leonardo De Amicis), e in manifestazioni quali la Perdonanza Celestiniana di L’Aquila, Il Festival di Buon Aiuto in Santa Croce in Gerusalemme ( prima assoluta di una Messa del M° Sergio Rendine) e alla Sala Nervi in presenza di Papa Giovanni Paolo II. Ha collaborato come corista nell'Ottetto Polifonico della Fondazione “Guido d’Arezzo” sotto la direzione del M° Roberto Gabbiani (2002) effettuando il concerto finale al Teatro Petrarca di Arezzo. Ha interpretato i principali ruoli di Traviata, Madama Butterfly, Bohème, Barbiere di Siviglia, Rigoletto, Carmen, Trovatore, Cavalleria Rusticana, Norma e Nabucco e di operette come Il Paese dei Campanelli e Cincillà in diverse sale e teatri di Roma e provincia con orchestra. Svolge dal 2000 un’intensa attività concertistica dapprima eseguendo brani tratti dal completo repertorio di coloratura passando successivamente al repertorio drammatico.


MADAMA BUTTERFLY 

Opera in tre atti (sebbene in origine fossero due) di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto "tragedia giapponese". Fu dedicata alla regina d'Italia Elena di Montenegro. 

La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano, il 17 febbraio 1904, della stagione di Carnevale e Quaresima.

BRANI CELEBRI

Amore o grillo - Pinkerton e Sharpless

Ancora un passo... Spira sul mare - Butterfly e coro

Viene la sera.... Bimba dagli occhi pieni di malia - Pinkerton e Butterfly

Un bel dì vedremo - Butterfly

Che tua madre dovrà prenderti in braccio -  Butterfly e Sharpless

Scuoti quella fronda - Bytterfly e Suzuky

Coro a bocca chiusa

Addio fiorito asil - Pinkerton

Tu, tu piccolo Iddio – Butterfly


LA TRAMA

In una casa con giardino, a Nagasaki, il tenente della marina statunitense Benjamin Franklin Pinkerton, accompagnato da Goro, sensale di matrimoni, attende divertito il corteo nuziale della sua sposa, la geisha Cio-Cio-San, detta Madama Butterfly. Goro gli presenta l'ancella Suzuky, nel frattempo giunge Sharpless, console americano, al quale Pinkerton espone, conversando amabilmente davanti a un bicchiere di whisky, la sua cinica filosofia di «yankee» che vuol godersi la vita, sprezzando rischi e i sentimenti altrui: s'è invaghito delle ingenue grazie di Cio-Cio-San e intende ora sposarla secondo il rito giapponese, non riconosciuto negli Stati Uniti.

Sharpless gli fa un garbato rimprovero, perchè ha compreso che «ella ci crede» veramente, ma alla fine alza il bicchiere con Pinkerton che brinda al giorno in cui si sposerà con una vera sposa americana.

Intanto, arriva Butterfly e il console le rivolge qualche domanda, Cio-Cio-San dice di essere nata a Nagasaki da una famiglia un tempo assai prospera, ma poi finita in miseria, motivo per cui è stata costretta a fare la geisha. Vive con la madre il padre è morto. Quando le viene chiesta l'età, Butterfly si diverte fanciullescamente a farla indovinare, poi ammette maliziosa di avere 15 anni. «L'età dei giochi» commenta Sharpless con tono severo verso Pinkerton.

Giungono quindi la madre di Butterfly e gli altri parenti per la cerimonia, e Pinkerton li osserva divertito. 

Butterfly trae in disparte Pinkerton per mostrargli alcuni oggetti che ha portato con sé in dote: dei fazzoletti, una pipa, una cintura, uno specchio, un ventaglio, un vaso di tintura per il trucco tradizionale e, infine, un astuccio lungo e stretto, ma alla richiesta di Pinkerton di vedere cosa contiene, essa lo ripone in tutta fretta, dicendo che c'è troppa gente intorno. Interviene Goro e spiega sottovoce che si tratta della lama con cui il padre si è suicidato su "invito" dell'Imperatore.

In attesa dell'inizio della cerimonia, Cio-Cio-San confessa a Pinkerton, a dimostrazione della sua devozione, di aver rinnegato la sua fede e di essere divenuta cristiana. Si celebrano quindi le nozze, il console e i funzionari se ne vanno, mentre tutto il parentado si trattiene per festeggiare. S'ode di lontano la voce terribile dello Zio Bonzo, che irrompe furibondo, avendo scoperto che Cio-Cio-San ha rinnegato la fede degli avi e, cacciato da Pinkerton, la maledice rinnegandola a sua volta, seguito dai parenti.

Il pianto di Butterfly viene placato dalle ardenti parole di Pinkerton, infiammato dal desiderio, mentre scende la notte. L'ingenua fanciulla risponde teneramente alle appassionate parole del marito che, stringendola in un abbraccio, la conduce all'interno della casa.

La fedele Suzuki prega davanti alla statua di Budda affinchè Cio-Cio-San non pianga più, perché da tre anni, la sposa aspetta il ritorno del marito Pinkerton, partito per gli Stati Uniti con la promessa di ritornare a primavera, nella stagione in cui i pettirossi fanno il nido.

Butterfly è convinta che che un bel giorno dall'orizzonte spunterà la nave di Pinkerton e il suo sposo salirà la collina chiamandola con gli affettuosi vezzeggiativi di un tempo. Sopraggiungono Goro e Sharpless, il quale ha ricevuto una lettera da Pinkerton con un messaggio per Cio-Cio-San. Ella è raggiante di gioia e dà il benvenuto al console. Sharpless non ha il coraggio di comunicarle che Pinkerton si è risposato in America e che verrà presto a Nagasaki con la sua nuova sposa.

Cio-Cio-San informa il console di come il sensale insista per trovarle un nuovo marito. Uno dei pretendenti è il ricco Yamadori, che giunge poco dopo in gran pompa accompagnato dai suoi servi, ma Cio-Cio-San non vuole saperne, orgogliosa nella sua tenace convinzione di essere ancora sposata con Pinkerton, anche secondo la legge americana.

Sharpless comincia con imbarazzo a leggere la lettera di Pinkerton, continuamente interrotto da Butterfly e cerca di farle capire la verità chiedendo: «Che fareste s'ei non dovesse ritornar più mai?» Cio-Cio-San s'arresta, immobile, e risponde sommessa che le alternative sono due: tornare a fare la geisha o morire.

Butterfly chiama Suzuki e le chiede di accompagnare alla porta il console, poi all'improvviso corre nella stanza accanto e ritorna trionfante con un bambino in braccio: se Pinkerton l'ha scordata, potrà scordare anche suo figlio? Il console, profondamente turbato, promette che informerà Pinkerton dell'esistenza del bambino ed esce.

Si avverte un colpo di cannone e Cio-Cio-San si precipita fuori e, con un cannocchiale, cerca di individuare la bandiera della nave, quindi, esultante ne grida il nome: «Abramo Lincoln!», la nave di Pinkerton. La sua gioia è immensa e ordina a Suzuki di cogliere tutti i fiori del giardino per adornare la casa e ricevere degnamente lo sposo. Le due donne cospargono tutto con i fiori raccolti, poi, dopo aver indossato l'abito da sposa, Cio-Cio-Sansi accoccola con Suzuki e il bambino davanti allo shosi in attesa dell'arrivo di Pinkerton.

A poco a poco la notte si dilegua, Butterfly, si allontana dalla stanza con il bimbo addormentato in braccio. Poco dopo giunge Pinkerton, in compagnia di Sharpless e di Kate, la moglie americana, che resta ad aspettare in giardino. Informato dal console del figlio che Butterfly gli ha dato, è infatti salito alla casa sulla collina per convincerla ad affidargli il piccolo. Quando apprende da Suzuki come Butterfly lo abbia atteso in quei tre anni, si allontana col cuore gonfio di rimorso.

Butterfly si desta, chiama Suzuki, entra sollecita nella stanza, vede il console e pensa in grande agitazione di trovare anche Pinkerton, scorge invece Kate, sulla terrazza, ed è colta da un brutto presentimento. Interroga Suzuki su Pinketon mentre fissa Kate, quasi affascinata e finalmente comprende chi è. Kate allora si avvicina e, chiedendole perdono per il male che inconsapevolmente le ha fatto, si mostra amorevolmente disposta ad avere cura del bambino e a provvedere al suo avvenire. Butterfly risponde che consegnerà il piccolo soltanto a «lui», se avrà il coraggio di presentarsi mezz'ora dopo. Poi li congeda.

Rimasta sola crolla a terra. Ordina a Suzuki di chiudere le imposte e di ritirarsi nell'altra stanza con il bambino. Suzuki intuisce le intenzioni della padrona e vorrebbe restare, ma Cio-Cio-San, risolutamente, la spinge fuori. Poi estrae dall'astuccio di lacca il coltello di suo padre e legge con solennità le parole incise sulla lama: «Con onor muore chi non può serbar vita con onore». Sta per compiere harakiri, quando all'improvviso Suzuki spinge nella stanza il bambino.

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