mercoledì 1 agosto 2018

5 AGOSTO: LA RIEVOCAZIONE DEL MIRACOLO

di Bianca Maria Sezzatini


Domenica 5 agosto 2018, in Piazza Santa Maria Maggiore, rievocazione del “prodigio” avvenuto il 4 agosto del 352 d.C. quando, dal cielo di quella calda notte romana, cadde la neve. Conosciuto in tutto il mondo come “il miracolo della Madonna della Neve”, è considerato dai romani uno degli eventi più rappresentativi delle proprie tradizioni che, dal 1983 si ripete, grazie all'architetto Cesare Esposito, ideatore del progetto, con scenografie luminose, letture, canti cori e musiche, fino ad arrivare al momento culmine quando candidi fiocchi discendono sugli astanti e imbiancano il suolo. 

Meraviglia e gioia esplodono innanzi al sagrato. La facciata della Basilica con la sua imponenza diventa spettatrice e protagonista principale e ancora una volta vede compiersi il Miracolo della Nevicata.   

La rievocazione storica del miracolo – dice l’architetto Esposito - quest'anno è dedicata a sua Santità Papa Giovanni Paolo II. Il Suo Pontificato è stato esemplare, condotto con passione, dedizione e fede straordinarie.

Wojtyla è stato per tutta la sua vita un costruttore e sostenitore della pace; è stato uno straordinario comunicatore, un uomo dalla volontà di acciaio, un leader e un esempio per tutti, soprattutto per i giovani, ai quali si sentiva particolarmente vicino e dai quali traeva grande energia spirituale. Avvicinò le nuove generazioni indicendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù. La sua figura è considerata una delle più significative e influenti per il corso della storia contemporanea. Ringrazio il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, e le Istituzioni - prosegue l'architetto Esposito - che mi hanno permesso di realizzare questa 35esima edizione del mio spettacolo rievocativo".

MADONNA DELLA NEVE: LA LEGGENDA . . .

Secondo quanto narrato da vari autori cristiani, Giovanni era un ricco patrizio che viveva a Roma. Durante la notte del 4 agosto 352 d.C. egli avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca. Giovanni, la mattina seguente, corse da Papa Liberio per raccontargli quanto visto e il pontefice confessò di aver avuto la stessa visione. Il prodigio nel frattempo si era avverato e per ordine di Liberio si fece tracciare la pianta di una grandiosa basilica esattamente dove cadde la neve di agosto. Sempre secondo la storia, la basilica sarebbe stata finanziata dal patrizio stesso e prese il nome di Basilica di Santa Maria della Neve (o Basilica Liberiana dal nome del Papa, popolarmente ad Nives). 

. . . E UN PO’ DI STORIA 

Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa Cattolica venera Maria secondo il cosiddetto culto di iperdulia. Si tratta del nome tradizionale e popolare per indicare Maria Madre di Dio (Theotokos), come sancito dal Concilio di Efeso. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto e in memoria della miracolosa apparizione mariana. 

Il titolo di Madonna della Neve risale ai primi secoli della Chiesa ed è legata alla nascita della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma. L’antica chiesa fu atterrata al tempo di Sisto III che in ricordo del Concilio di Efeso dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle innalzare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, utilizzando anche i materiali di recupero della chiesa antecedente. In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva lo splendore e la grandezza del nuovo luogo di culto, qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua prevalenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna. Nei secoli seguenti la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturale e artistico, fino a giungere nel 1750 le forme architettoniche che oggi ammiriamo. Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve è stata modificata nel termine; dedica di Santa Maria Maggiore con celebrazione rimasta al 5 agosto e miracolo della neve in agosto non più citato poiché leggendario e non documentato. 

Il culto sulla Madonna della Neve andò comunque sempre più confermandosi, tanto è vero che tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di Città.

A Roma il 5 agosto nella matriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, il miracolo viene ricordato con una pioggia di petali di rosa bianca, cadenti dall'interno della cupola durante la solenne celebrazione liturgica e, da anni, con la rievocazione della storica nevicata in Piazza dell'Esquilino, per merito del suo ideatore, l'architetto Cesare Esposito. 

Il culto come si è detto ebbe grande diffusione. Oggi, in Italia, si contano 152 edifici sacri fra chiese, santuari, basiliche minori ecc. intitolate alla Madonna della Neve. Ogni regione ne possiede una notevole quantità, in particolare concentrate su zone dove la neve non manca. Le regioni che primeggiano sono: il Piemonte, con 31; la Lombardia, con 19; la Campania, con 17. Nel Napoletano il culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo le comunità di fedeli con manifestazioni esterne e folcloristiche.

NOTIZIE UTILI

Per la rievocazione del “Miracolo della Neve a Santa Maria Maggiore”, dalle ore 20:30 saranno chiuse al traffico la stessa Piazza Santa Maria Maggiore, Via Liberiana, Via Carlo Alberto e Via Merulana, tra Piazza Santa Maria Maggiore e Largo Brancaccio. Deviate le linee autobus.


CHI È L’ARCHITETTO CESARE ESPOSITO 

Eclettico e scioccante, Cesare Esposito, è nato e cresciuto a Roma nel Rione Monti. La monumentalità e i fasti dell’antica Roma hanno contribuito a generare in lui i componenti della futura grande bellezza delle sue creazioni. Centrali nella sua ricerca artistica sono i quattro elementi aria, acqua, terra, fuoco, basi queste di ogni sua incredibile quanto rivoluzionaria interpretazione, costantemente dominata da audacia e da profonda immaginazione. Ancora giovanissimo vince il concorso indetto dal Comune della Capitale per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Sua è infatti la scultura in acciaio, alta 12 metri e pesante 600 kg, orientata verso i martiri delle Fosse Ardeatine e dedicata alla Resistenza. Sue sono anche le sculture in acciaio Geometrie di pace e di Fumo rosso, tutt'ora presenti presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La sua anima di artista lo porta a realizzare una serie di progetti e installazioni scenografiche volte a stimolare l’amore per la storia e la conoscenza del patrimonio storico-artistico della capitale. Dal fuoco di Nerone ai Mercati Traianei e ai Fori Imperiali, ai 40 minuti di fuochi d’artificio in musica a Castel Sant'Angelo, in presenza di Papa Giovanna Paolo II, evocando le macchine disegnate da Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini. Dalla Piramide riaperta dopo 350 anni, omaggiando in questo modo anche le donne il cui atto eroico si mosse in difesa di Roma e della patria, ai tanti progetti per il riuso del Colosseo, di Piazza Navona con le sue battaglie navali, del Campidoglio per i natali di Roma. Ma il più magniloquente e il più conosciuto di tutti i suoi progetti è senza dubbio quello che si lega alla rievocazione storica del Miracolo della Neve il 5 agosto di ogni anno con soffici fiocchi di neve che cadono sulla Basilica di Santa Maria Maggiore. 

Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio… La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza… Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività. 

Quando lo si incontra sovente lo vedi in questo modo: nel taschino della giacca tiene decine di matite colorate. Ti vede e ancor prima di dirti qualcosa di preciso estrae dalla tasca una delle matite e te le regala. E ti precisa bene il motivo: è un colore (e ti dice con precisione quale) ed è il colore il regalo più bello che una persona possa ricevere. Poi di quella matita farai l’uso che vuoi. E lui ha una matita nella mente con cui disegna sullo spazio circostante. Fa cadere la neve. Fa diventare tutto bianco e il bianco è la sommatoria di tutti quei colori che ha in tasca. Ci fa un regalo e ci fa pensare che papa Liberio vide proprio questo la mattina seguente all'apparizione della Vergine Maria che gli diceva che sarebbe nevicato e lui tracciasse sulla neve di agosto il perimetro della chiesa da dedicarsi a Lei.

Cesare Esposito ha inventato la nevicata a Santa Maria Maggiore nel 1983 e, anno dopo anno, ha reso questo evento sempre più magico e coinvolgente. E va detto che il nuovo miracolo lo ha fatto lui, nel riuscire a dare vita a una celebrazione del miracolo riproducendolo in forme incantevoli e incantate. Ancora molti ricordano quando venne Papa Wojtyla. Ammirato disse a Cesare: “da liberiana hai fatto diventare la basilica siberiana!” 

"Questa idea della rievocazione della nevicata, dice Claudio Strinati, è nata in tempi diversi degli attuali, quando c’era Renato Nicolni assessore alla cultura che aveva una mentalità analoga. Donare qualcosa di bello e di divertente a tutti, dotti e ignari, chiamarli a stare insieme nel nome dell’arte, della bellezza. Semplice, non è vero? Ma con lui è cominciata una grande epoca e Cesare Esposito ci si è calato dentro con naturalezza perché lui era ed è già così. Un mago che ci mette il cuore e l’umiltà e che ricava la sua più profonda soddisfazione a guardare gli sguardi estasiati e sbalorditi delle persone. E Cesare è lì come sempre a dirigere il tutto senza farsene accorgere".




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