di Bianca Maria Sezzatini
Sabato 5 agosto 2017, alle ore 20:00, in Piazza Santa Maria Maggiore, “Miracolo a Roma”, rievocazione storica della Madonna della Neve. Da quest’anno realizza l’evento l’Associazione culturale Spazio Mecenate insieme all’Architetto Cesare Esposito, ideatore dello stesso progetto che si ripete da 34 anni.
“Abbiamo generato un evento contagioso, perché in tutta Italia e nel mondo cristiano si è divulgata questa tradizione di atmosfere magiche. La riscoperta e la sua narrazione si moltiplica ovunque.”
Dal 1983, nella serata del 5 agosto, davanti alla grande Basilica, prende vita uno straordinario spettacolo di scenografie luminose, letture, canti e recite, la rapsodia di Cinieri/Palazzo, cori e musiche, architetture sonore, giochi visivi, suggestive proiezioni, visioni oniriche accompagnate da mistiche composizioni musicali. Il tutto va in un crescendo di grande suggestione fino ad arrivare al momento culmine a mezzanotte. Candidi fiocchi discendono sugli astanti e imbiancano il suolo. Meraviglia e gioia esplodono innanzi al sagrato. La facciata della Basilica con la sua imponenza diventa spettatrice e protagonista principale e ancora una volta vede compiersi il Miracolo della Nevicata.
“Quest’anno la rievocazione storica del miracolo è dedicata a sua Santità Papa Francesco – dice l’architetto Esposito - colui che ha reso la pietà più gioiosa e ha restituito la speranza all'uomo. Papa Francesco è una persona speciale. Noi artisti a Roma e in tutta Italia gli vogliamo bene. Ringraziamo le istituzioni che ci hanno consentito la realizzazione dell’evento”.
Secondo quanto narrato da vari autori cristiani, Giovanni era un ricco patrizio che viveva a Roma. Durante la notte del 4 agosto 352 d.C. egli avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca. Giovanni, la mattina seguente, corse da Papa Liberio per raccontargli quanto visto e il pontefice confessò di aver avuto la stessa visione. Il prodigio nel frattempo si era avverato e per ordine di Liberio si fece tracciare la pianta di una grandiosa basilica esattamente dove cadde la neve di agosto. Sempre secondo la storia, la basilica sarebbe stata finanziata dal patrizio stesso e prese il nome di Basilica di Santa Maria della Neve (o Basilica Liberiana dal nome del Papa, popolarmente ad Nives).
. . . E UN PO’ DI STORIA
Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa Cattolica venera Maria secondo il cosiddetto culto di iperdulia. Si tratta del nome tradizionale e popolare per indicare Maria Madre di Dio (Theotokos), come sancito dal Concilio di Efeso. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto e in memoria della miracolosa apparizione mariana.
Il titolo di Madonna della Neve risale ai primi secoli della Chiesa ed è legata alla nascita della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
L’antica chiesa fu atterrata al tempo di Sisto III che in ricordo del Concilio di Efeso dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle innalzare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, utilizzando anche i materiali di recupero della chiesa antecedente. In quel periodo a Roma nessuna chiesa o basilica raggiungeva lo splendore e la grandezza del nuovo luogo di culto, qualche decennio dopo, le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua prevalenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna. Nei secoli seguenti la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturale e artistico, fino a giungere nel 1750 le forme architettoniche che oggi ammiriamo. Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve è stata modificata nel termine; dedica di Santa Maria Maggiore con celebrazione rimasta al 5 agosto e miracolo della neve in agosto non più citato poiché leggendario e non documentato.
Il culto sulla Madonna della Neve andò comunque sempre più confermandosi, tanto è vero che tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di Città.
Nel Napoletano il culto e celebrazione è molto solenne, coinvolgendo le comunità di fedeli con manifestazioni esterne e folcloristiche.
CHI È L’ARCHITETTO CESARE ESPOSITO
Eclettico e scioccante, Cesare Esposito, è nato e cresciuto a Roma nel Rione Monti. La monumentalità e i fasti dell’antica Roma hanno contribuito a generare in lui i componenti della futura grande bellezza delle sue creazioni. Centrali nella sua ricerca artistica sono i quattro elementi aria, acqua, terra, fuoco, basi queste di ogni sua incredibile quanto rivoluzionaria interpretazione, costantemente dominata da audacia e da profonda immaginazione. Ancora giovanissimo vince il concorso indetto dal Comune della Capitale per dare un volto artistico a Piazza delle Sette Chiese. Sua è infatti la scultura in acciaio, alta 12 metri e pesante 600 kg, orientata verso i martiri delle Fosse Ardeatine e dedicata alla Resistenza. Sue sono anche le sculture in acciaio Geometrie di pace e di Fumo rosso, tutt'ora presenti presso la galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La sua anima di artista lo porta a realizzare una serie di progetti e installazioni scenografiche volte a stimolare l’amore per la storia e la conoscenza del patrimonio storico-artistico della capitale. Dal fuoco di Nerone ai Mercati Traianei e ai Fori Imperiali, ai 40 minuti di fuochi d’artificio in musica a Castel Sant'Angelo, in presenza di Papa Giovanna Paolo II, evocando le macchine disegnate da Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini. Dalla Piramide riaperta dopo 350 anni, omaggiando in questo modo anche le donne il cui atto eroico si mosse in difesa di Roma e della patria, ai tanti progetti per il riuso del Colosseo, di Piazza Navona con le sue battaglie navali, del Campidoglio per i natali di Roma. Ma il più magniloquente e il più conosciuto di tutti i suoi progetti è senza dubbio quello che si lega alla rievocazione storica del Miracolo della Neve il 5 agosto di ogni anno con soffici fiocchi di neve che cadono sulla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio.…La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza….Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività.
Scrive Esposito nel suo trattato dedicato alla Madonna della Neve e alla città di Roma: “La libertà illumina il desiderio d’amore nel grande abbraccio della madre. L’estensione infinita si armonizza nel tentativo della contemplazione che indaga e penetra il mistero della natura. La felicità umana raggiunge la pietà dell’arte e strappa i coralli del dubbio.…La responsabilità della gioia ispira l’azione tesa a ricostruire la fiaba della carità che restituisce il giudizio alla purezza della coscienza….Il sublime lancia attraverso il trionfo degli stati d’animo lo spessore della poesia dell’uomo”. Esposito si può considerare quindi un precursore dell’architettura fantasiosa e visionaria, che coinvolge sempre l’aspetto corale della città eterna con ingegno e creatività.
Cesare Esposito ha inventato la nevicata a Santa Maria Maggiore Papa Francesco trentaquattro anni fa e anno dopo anno ha reso questo evento sempre più magico e coinvolgente. E va detto che il nuovo miracolo lo ha fatto lui, nel riuscire a dare vita a una celebrazione del miracolo riproducendolo in forme incantevoli e incantate. Ancora molti ricordano quando venne papa Wojtyla e ammirato disse a Cesare: “da liberiana hai fatto diventare la basilica siberiana!” E era, Giovanni Polo II, un pontefice severo e scherzoso, profondissimo e ironico e così fu quel giorno. E profondissima e ironica è l’idea di Cesare Esposito per questa celebrazione. Ma è lui stesso così. Cesare è un personaggio più unico che raro nel panorama artistico della nostra città. La sua idea è quella del dono: concepire e progettare un evento come un regalo che l’artista fa alla gente.
Quando lo si incontra sovente lo vedi in questo modo: nel taschino della giacca tiene decine di matite colorate. Ti vede e ancor prima di dirti qualcosa di preciso estrae dalla tasca una delle matite e te le regala. E ti precisa bene il motivo: è un colore (e ti dice con precisione quale) ed è il colore il regalo più bello che una persona possa ricevere. Poi di quella matita farai l’uso che vuoi. E lui ha una matita nella mente con cui disegna sullo spazio circostante. Fa cadere la neve. Fa diventare tutto bianco e il bianco è la sommatoria di tutti quei colori che ha in tasca. Ci fa un regalo e ci fa pensare che papa Liberio vide proprio questo la mattina seguente all'apparizione della Vergine Maria che gli diceva che sarebbe nevicato e lui tracciasse sulla neve di agosto il perimetro della chiesa da dedicarsi a lei.
Questa idea della rievocazione della nevicata è nata in tempi diversi degli attuali, quando c’era Renato Nicolni assessore alla cultura che aveva una mentalità analoga. Donare qualcosa di bello e di divertente a tutti, dotti e ignari, chiamarli a stare insieme nel nome dell’arte, della bellezza. Semplice, non è vero? Ma con lui è cominciata una grande epoca e Cesare Esposito ci si è calato dentro con naturalezza perché lui era ed è già così. Un mago che ci mette il cuore e l’umiltà e che ricava la sua più profonda soddisfazione a guardare gli sguardi estasiati e sbalorditi delle persone. Quest’anno, poi, ci sarà la lettura di brani scritti da papa Francesco, anche lui ricco di sapienza e leggerezza. Le sue parole accompagneranno la neve ad agosto e Cesare è lì come sempre a dirigere il tutto senza farsene accorgere
(Claudio Strinati).
Questa idea della rievocazione della nevicata è nata in tempi diversi degli attuali, quando c’era Renato Nicolni assessore alla cultura che aveva una mentalità analoga. Donare qualcosa di bello e di divertente a tutti, dotti e ignari, chiamarli a stare insieme nel nome dell’arte, della bellezza. Semplice, non è vero? Ma con lui è cominciata una grande epoca e Cesare Esposito ci si è calato dentro con naturalezza perché lui era ed è già così. Un mago che ci mette il cuore e l’umiltà e che ricava la sua più profonda soddisfazione a guardare gli sguardi estasiati e sbalorditi delle persone. Quest’anno, poi, ci sarà la lettura di brani scritti da papa Francesco, anche lui ricco di sapienza e leggerezza. Le sue parole accompagneranno la neve ad agosto e Cesare è lì come sempre a dirigere il tutto senza farsene accorgere
(Claudio Strinati).
NOTIZIE UTILI
Per la rievocazione del “Miracolo della Neve a Santa Maria Maggiore”, dalle ore 20:30 saranno chiuse al traffico la stessa Piazza Santa Maria Maggiore, Via Liberiana, Via Carlo Alberto e Via Merulana, tra Piazza Santa Maria Maggiore e Largo Brancaccio. Deviate le linee 16, 70, 71, 360, 590, 649 e 714.“
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